Mose, il commercialista di Galan ammette: «Ero il suo prestanome»

Paolo Venuti e il suo studio a Padova
VENEZIA - Il commercialista padovano, Paolo Venuti, arrestato nella vicenda Mose ed in carcere dal 4 giugno, è stato rimesso in libertà su istanza della Procura di Venezia dopo...

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VENEZIA - Il commercialista padovano, Paolo Venuti, arrestato nella vicenda Mose ed in carcere dal 4 giugno, è stato rimesso in libertà su istanza della Procura di Venezia dopo che ha fatto una proposta di patteggiamento della pena. Venuti era stato arrestato e detenuto a Genova perché ritenuto il prestanome, per parte degli affari in Italia ed all'estero, dell'ex presidente del Veneto Giancarlo Galan che è tutt'ora in carcere a Opera.




Il pool dei magistrati - Stefano Ancillotto, Paola Tonini e Stefano Buccini - ha interrogato Venuti per oltre quattro ore e la proposta di patteggiamento che verrà presentata davanti al gip prevede due anni di carcere (pena sospesa) e 70mila euro di multa. Secondo quanto si è appreso, Venuti avrebbe ammesso parte delle responsabilità che la Procura aveva ricostruito con la maxi inchiesta che riguarda 35 persone su fondi che il Consorzio Venezia Nuova, all'epoca presieduto da Giovanni Mazzacurati, avrebbe elargito per favorire i lavori di costruzione delle barriere mobili.



Venuti nel riconoscere parte degli addebiti avrebbe anche detto che nel farlo, a nome di Galan, non riteneva di aver commesso dei reati essendo il suo commercialista.
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Il Mattino