È la più conosciuta e diffusa delle preghiere cristiane, quella che, secondo il Vangelo di Luca (11,1), fu insegnata da Gesù stesso ai suoi discepoli che gli...
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Il Papa dialoga con il giovane cappellano del carcere di Padova, don Marco Pozza, nell'introduzione di ogni puntata. Il programma, nato dalla collaborazione tra la Segreteria vaticana per la Comunicazione e Tv2000, è in nove puntate, nelle quali don Marco incontra anche noti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo. Nella settima puntata, ospite il filosofo Umberto Galimberti, secondo cui «l'ottimismo del cristianesimo non esiste in altre culture». Dalle risposte del Papa a don Marco è nato anche il libro "Padre nostro" (Rizzoli-Lev). Della controversia sulla preghiera più nota del cristianesimo si è parlato in queste settimane quando in Francia si è detto appunto addio al vecchio "Padre Nostro". Dopo anni di discussioni sulla giusta traduzione, la nuova versione francese non include più il passaggio "ne nous soumets pas à la tentation" - "non sottometterci alla tentazione" -, che è stato sostituito con una versione ritenuta più corretta: "ne nous laisse pas entrer en tentation", "non lasciarci entrare in tentazione".
Secondo quanto ha scritto Le Figaro, la prima formula - "non sottometterci" - ha fatto credere a generazioni di fedeli che Dio potesse tendere in qualche modo una sorta di tranello, chiedendo loro di compiere il bene, li "sottometteva" alla tentazione del male. «La frase attuale lasciava supporre che Dio volesse tentare l'essere umano mentre Dio vuole che l'uomo sia un essere libero», ha commentato il vescovo di Grenoble, monsignor Guy de Kerimel, citato dal giornale.
Il Mattino