Papa Francesco nei Paesi Baltici misura l'Europa post-cristiana

Papa Francesco nei Paesi Baltici misura l'Europa post-cristiana
Riga (Lettonia) – Senza il cristianesimo l'Europa e gli europei si scopriranno più soli e più deboli. Le radici cristiane che hanno sempre fatto da...

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Riga (Lettonia) – Senza il cristianesimo l'Europa e gli europei si scopriranno più soli e più deboli. Le radici cristiane che hanno sempre fatto da collante nel continente, generazione dopo generazione, oggi sono state messe al centro dei discorsi che il Papa ha pronunciato a Riga, la capitale della Lettonia, il secondo paese sul Baltico che ha visitato. Chissà se Francesco quando parlava nella cattedrale luterana di Santa Maria aveva in mente la ricerca choc fatta dalla Saint Mary University Twickenham di Londra che ha fotografato bene una società che ormai sta correndo dritta verso il post-cristianesimo.


Basti pensare che nella Repubblica Ceca il 92 per cento dei ragazzi si dichiara ateo, ma lo stesso vale per  Estonia (la nazione che visiterà domani Francesco), Svezia, Olanda, Lituania. Persino in Polonia, patria di San Giovanni Paolo II, una magra percentuale di ragazzi si dice credente. Insomma, c'è poco da stare tranquilli e così Papa Francesco ha preso come metafora la musica per dipingere un quadro a tinte fosche.

«Se la musica del Vangelo smette di suonare, avremo perso i suoni che condurranno la nostra vita al cielo, trincerandoci in uno dei mali peggiori del nostro tempo: la solitudine e l’isolamento. La malattia che nasce in chi non ha alcun legame, e che si può riscontrare negli anziani abbandonati al loro destino, come pure nei giovani senza punti di riferimento e opportunità per il futuro». Che fare? Bergoglio non ha ricette, preferisce incoraggiare i cristiani a non ripiegarsi sulla rassegnazione. «Alcuni possono arrivare a dire: sono tempi difficili e complessi quelli che ci capita di vivere. Altri possono arrivare a pensare che, nelle nostre società, i cristiani hanno sempre meno margini di azione e di influenza a causa di innumerevoli fattori come ad esempio il secolarismo o le logiche individualiste. Questo non può portare a un atteggiamento di chiusura, di difesa e nemmeno di rassegnazione».


Qualche mese fa, un'altra monumentale ricerca, si chiedeva che fine avessero fatto i cristiani in Europa. La fede resta certamente un aspetto fondamentale dell’identità delle persone – ma la sua importanza si erode ogni anno che passa. Il Pew Research Center arrivava alla conclusione che la maggior parte degli europei si considerano cristiani, con circa un quarto di loro che invece dice di non aderire ad alcuna religione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino