Città del Vaticano - La bufera sul tema della pedofilia non si placa, le vittime cilene sono ancora furibonde per la difesa papale ad un vescovo considerato...
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«Con i sacerdoti e i consacrati e con i Vescovi del Cile ho vissuto due incontri molto intensi, resi ancora più fecondi dalla sofferenza condivisa per alcune ferite che affliggono la Chiesa in quel Paese». Riferisce poi cosa ha incontrato in Cile e in Perù. «Due popoli bravi. Ringrazio il Signore perché tutto è andato bene: ho potuto incontrare il Popolo di Dio in cammino in quelle terre, anche quelli che non sono in cammino, che sono un po’ fermi ma sono buona gente, e incoraggiare lo sviluppo sociale di quei Paesi».
«Il mio arrivo in Cile era stato preceduto da diverse manifestazioni di protesta, per vari motivi - ha sottolineato -. E questo ha reso ancora più attuale e vivo il motto della mia visita: ’Mi paz os doy - Vi do la mia pace’. Sono le parole di Gesù rivolte ai discepoli, che ripetiamo in ogni Messa: il dono della pace, che solo Gesù morto e risorto può dare a chi si affida a Lui».
Dice di avere incoraggiato il cammino della democrazia cilena, chiedendo l’ascolto dei poveri, dei giovani e degli anziani, degli immigrati, e anche l’ascolto della terra. Racconta di essere andato a visitare il carcere femminile di Santiago: «i volti di quelle donne, molte delle quali giovani madri, coi loro piccoli in braccio, esprimevano malgrado tutto tanta speranza».
Dopo aver ripercorso gli altri appuntamenti in Cile è passato al Perù dove al centro c'è stato l'incontro con i popoli dell'Amazzonia. «Ha dato anche avvio all’itinerario del Sinodo Pan-amazzonico convocato per l’ottobre 2019, come pure lo hanno testimoniato i momenti vissuti con la popolazione di Puerto Maldonado e con i bambini della Casa di accoglienza 'Il Piccolo Principe’. Insieme abbiamo detto ’no’ alla colonizzazione economica e ideologica». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino