Città del Vaticano Anche per Giulio Mattietti, ex numero due dello Ior, la sentenza utilizzata per metterlo brutalmente alla porta è la stessa che da quattro anni in...
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Tuttavia per come sono andate le cose era davvero difficile che potesse passare inosservato il trasferimento «quasi di peso» del banchiere all’esterno del Vaticano, sotto scorta da due gendarmi. Fino a quel momento Mattietti era stato omaggiato da tutti non appena varcava Porta Sant’Anna. Il materiale che si trova nel computer sarà oggetto di una verifica a tutto campo. Il Vaticano ha avviato un procedimento interno che punta ad ottenere un quadro preciso di tutte le operazioni bancarie autorizzate dall’ex direttore generale aggiunto che venne promosso sul campo proprio da Bergoglio nel 2015, per la sua competenza. Gli inquirenti avranno per le mani un archivio sterminato e senza alcun filtro come può essere quello di un funzionario che per 17 anni ha lavorato inizialmente come capo del reparto informatico dell’istituto bancario. Resta misterioso il movente. Mattietti continua ad essere descritto all’interno del piccolo Stato pontificio come una persona competente e seria. Qualcuno azzarda che da quelle carte si potrebbe comporre il puzzle dei piccoli favori, delle bustarelle per aprire conti correnti. Chissà. A questo si aggiunge che il caso sembra sia scoppiato per il puntiglio di un cardinale straniero che si sarebbe andato a lamentare direttamente con il Papa. Intanto la dinamica del licenziamento ricorda tanto quella del Revisore dei Conti, Libero Milone, anch’egli messo alla porta sotto minaccia, stavolta dei gendarmi. «E’ venuta a mancare la fiducia del Santo Padre».
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Il Mattino