Papa Francesco ad Assisi: «In giro vedo carestia di felicità. Avanti con la transizione ecologica»

Papa Francesco ad Assisi
Assisi – Il futuro per uscire dalla crisi che morde l'Italia, l'Europa e l'Occidente è sintetizzabile in tre principi. Il primo: «È tempo di un...

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Assisi – Il futuro per uscire dalla crisi che morde l'Italia, l'Europa e l'Occidente è sintetizzabile in tre principi. Il primo: «È tempo di un nuovo coraggio nell’abbandono delle fonti fossili d’energia, di accelerare lo sviluppo di fonti a impatto zero o positivo per salvare la terra che brucia oggi». Il secondo: «Il lavoro è la sfida del nostro tempo, e sarà ancora di più la sfida di domani. Senza lavoro degno e ben remunerato i giovani non diventano veramente adulti, le diseguaglianze aumentano». Il terzo: «Fate attenzione alla gassosità della finanza». Papa Francesco è tornato ad Assisi per la quarta volta per chiudere la kermesse chiamata Economy of Francesco che, sulla base della sua enciclica Laudato Sì, ha coinvolto una base di giovani economisti cattolici per elaborare strategie per il futuro. Società senza giovani che si trasformano in peggio, diventando realtà infelici, ciniche, pessimiste e sfiduciate. Quello che Papa Francesco vede in giro è una vera e propria «carestia di felicità».

L'Anti Davos cattolica è composta da centinaia di ragazzi di varie nazionalità, qualche economista come Luigino Bruni o Stefano Zamagni, ma pochi imprenditori. Si parla di come salvare la terra, di come trasformare l'economia «che uccide» in una attività capace di difendere la dimensione umana.

Si lamenta dell'inverno demografico, delle società che non fanno figli e fa notare che non fanno figli per mancanza di lavoro e anche perché tante donne sono costrette ad abbandonare il lavoro se scoprono di essere incinte. «Spesso vengono cacciate».

Papa Francesco è arrivato in elicottero, è sceso e ha iniziato a camminare lentamente usando il bastone poi ha ripreso l'uso della seggiola a rotelle. Ad accoglierlo è stato il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino e un gruppo internazionale di ragazzi impegnati a discutere di economia e transizione. Ha ascoltato le loro testimonianze, si è concesso diverse battute: «Se non avete tanto da dire, allora almeno fate chiasso». 

Sono diversi i punti sul quale si è concentrata l'attenzione di Francesco partendo dal fatto che occorre fare sacrifici per riparare la terra. «Dobbiamo accettare il principio etico universale – che però non piace – che i danni vanno riparati: se siamo cresciuti abusando del pianeta e dell’atmosfera, oggi dobbiamo imparare a fare anche sacrifici». Bisogna cambiare gli stili di vita insostenibili.

Ma è stato quando ha introdotto il dilemma della trasformazione ecologica che Francesco ha sottolineato che non è solo l’inquinamento a uccidere, ma anche la diseguaglianza che inquina mortalmente. «Chiediamoci allora: stiamo facendo abbastanza per cambiare questa economia, oppure ci accontentiamo di verniciare una parete cambiando colore, senza cambiare la struttura della casa? Forse la risposta non è in quanto noi possiamo fare, ma in come riusciamo ad aprire cammini nuovi perché gli stessi poveri possano diventare i protagonisti del cambiamento». 

Infine la grande questione del lavoro: «Il lavoro è già la sfida del nostro tempo, e sarà ancora di più la sfida di domani. Senza lavoro degno e ben remunerato i giovani non diventano veramente adulti, le diseguaglianze aumentano. A volte si può sopravvivere senza lavoro, ma non si vive bene. Perciò, mentre create beni e servizi, non dimenticatevi di creare lavoro, buon lavoro, lavoro per tutti». 

Per Papa Francesco gli eroi di oggi sono i ragazzi che pur non avendo lavoro rifiutano di lavorare per le fabbriche delle armi.

Poi ha ripetutto che è ormai il tempo di un nuovo coraggio nell’abbandonare le fonti fossili d’energia – petrolio, gas, carbone - accelerando lo sviluppo di fonti a impatto zero o positivo. Di recente l'Europa ha incluso - tra le fonti di energia pulita - anche il nucleare. 

 

 


 


 

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Il Mattino