Le migrazioni sono un pericolo per la cultura cristiana dell'Europa? Papa Bergoglio, interpellato da una studentessa siriana e musulmana risponde così: “Le...
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Papa Bergoglio sembrava un fiume in piena. Parlava spontaneamente, affidando al rettore dell'ateneo la paginetta e mezzo di discorso preparato prima, per poter andare a ruota libera. “Un premier africano mi ha detto l’anno scorso che il suo primo impegno e’ la riforestazione del paese perche’ le multinazionali erano andate li’ e sfruttato. Non dovremmo fare i potenti che vanno là a sfruttare. Quei popoli hanno fame perche’ non hanno lavoro e non hanno lavoro perché’ noi siamo andati a sfruttarli". Una condizione che non li abbandona nemmeno nel viaggio verso l'Europa. “Anche qui sono sfruttati dagli sfruttatori dei barconi, da quel che ha fatto del Mediterraneo un cimitero: il ’mare nostrum’ oggi e’ un cimitero. Pensiamo a questo quando siamo da soli, come se fosse una preghiera".
E il rapporto tra le migrazioni e il fondamentalismo? Francesco ha pochi dubbi sul fatto che il problema riguarda altri fattori, come la ghettizzazione o una cattiva integrazione degli stranieri. "I terroristi di Zaventem erano belgi...". Il riferimento riguarda l’esempio dell’attentato jihadista all’aeroporto principale di Bruxelles. Anche in un altro passaggio del discorso agli studenti viene affrontato il tema della emarginazione giovanile causata dalla disoccupazione. “L'economia non dovrebbe essere liquida, ma concreta: per risolvere i problemi serve la concretezza altrimenti non si possono affrontare". Ne consegue che la perdita di ideali, la disperazione, il vuoto di valori che arriva a spingere alcuni giovani persino ad arruolarsi tra le fila dei terroristi o al suicidio.
Agli studenti ha chiesto l'impegno di portare avanti il dialogo. Senza dialogo, in qualunque campo, si causano strappi e rotture. “Bisogna abbassare un po’ il tono e bisogna parlare meno e ascoltare di più. Perché esiste una violenza verbale nei singoli e nella comunità , che sta facendo perdere il senso della costruzione sociale, della convivenza sociale".
Infine una stoccata alle università elitarie, quelle riservate solo a coloro che hanno denaro e che preparano tecnici e non cittadini. “Vorrei parlarvi ora di una cosa che non so se in Italia c’e’, ma so che c’e’ in altre parti è presente. Le università di élite che sono generalmente università’ ideologiche, dove ti insegnano una linea soltanto di pensiero, una linea ideologica e preparano per essere agenti di questa linea. Ecco: quelle non sono università. Mancano di ascolto e rispetto”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino