Il Papa gela gli argentini: «Non verrò neanche il prossimo anno»

Il Papa gela gli argentini: «Non verrò neanche il prossimo anno»
Tbilisi  (Georgia) - Il messaggio è stato diffuso mentre Papa Francesco era a Tbilisi, in Georgia. E' dal 2013, da quando è stato eletto nella Sistina, che...

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Tbilisi  (Georgia) - Il messaggio è stato diffuso mentre Papa Francesco era a Tbilisi, in Georgia. E' dal 2013, da quando è stato eletto nella Sistina, che gli argentini aspettano di riabbracciare il patria il loro connazionale Jorge Mario Bergoglio ma l'argentino più famoso nel mondo li ha gelati: Non verrò nemmeno il prossimo anno. Finora aveva sempre rimandato il suo ritorno in patria. Le malelingue intravedevano in queste continue dilazioni l'incompatibilità nei confronti del presidente Macrì, la cui politica fortemente neoliberista e conservatrice, fatica a trovare giustificazioni nel pontefice della Laudato Sì. Inizialmente Bergoglio aveva fatto sapere che sarebbe tornato in patria dopo le elezioni, poi una volta passate le elezioni, aveva ipotizzato una data – gennaio 2017 – fino alla doccia scozzese di oggi.


In un videomessaggio inviato ai conterranei ha spiegato che lo slittamento sine die non significa non amare più la patria o il suo popolo. Tutt'altro. Ha spiegato che da Roma sta lavorando tantissimo per realizzare una cultura dell’incontro in cui 
"vivere con dignità" ed esprimersi "pacificamente". Che ha premiato figure esemplari, come Mama Antula, 
beatificata in agosto, che aiutò "a consolidare l’Argentina in 
maniera profonda", e il Cura Brochero, una specie di gaucho, la cui canonizzazione 
avverrà il prossimo 16 ottobre, alla presenza, a Roma, del 
presidente argentino Mauricio Macri. Del Cura Brochero mette in evidenza di come "lottò" 
per la dignità "dei suoi cari montanari".




Il Papa si definisce poi un figlio della sua terra Argentina.. Naturalmente 
vorrebbe "tornare" a visitarla, ma al momento - dice - "non è 
possibile". Non lo sarà nemmeno l’anno prossimo, per "impegni" 
già fissati "con l’Asia, l’Africa": il mondo, riflette, "è più 
grande dell’Argentina", quindi "bisogna dividersi" e 
lasciare al Signore di decidere "la data" opportuna. Per 
Francesco quello argentino resta il suo popolo, tanto che confida 
di viaggiare sempre "con un passaporto argentino" in tasca. 

Sono convinto, dice il Papa, che l’Argentina abbia molte 
ricchezza, ma la sua ricchezza maggiore è il "popolo. Un popolo 
capace di solidarietà, composto di persone che camminano tutti 
insieme, l’uno accanto all’altro".  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino