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«Non è lui, non è mio figlio, non può averla ammazzata così, stava sempre in camera sua»: parla con un sussurro spezzato da singhiozzi secchi la madre del ragazzo. I giornali francesi non hanno pubblicato nemmeno le iniziali, scrivono da tre giorni le garçon, per raccontare quello che è successo lunedì pomeriggio a Argenteuil, grosso comune della banlieue nord di Parigi, sulle rive di una larga ansa della Senna.
È nella Senna, sotto il ponte dell'autostrada A15, che il corpo di Alisha, 14 anni, è stato trovato lunedì sera dalla polizia. Ad avvertire gli agenti è stata la madre del garçon: se l'è visto arrivare a casa con la fidanzata, la fille, 15 anni anche lei, alla fine del pomeriggio. Le ha raccontato che aveva picchiato Alisha, e che l'avevano buttata nel fiume. Lei è corsa lì, sugli argini, ha trovato un cappello, un ciuffo di capelli, è andata in commissariato. Il corpo della ragazzina era rimasto vicino, risparmiato dalla corrente. Sul volto, la testa e sulla schiena i segni delle botte. «Ma è morta annegata ha stabilito l'autopsia quando l'hanno buttata in acqua era viva». Il fatto ha scosso la Francia. Da settimane le cronache riportano fatti di violenza che coinvolgono ragazzini sempre più piccoli, risse tra bande (soltanto nelle ultime due settimane, una quattordicenne è morta pugnalata a Saint Chéron, un tredicenne accoltellato a Boussy Saint-Antoine) casi sempre più violenti di bullismo a scuola (2119 casi ufficiali nel 2020, il 30 per cento in più in un anno).
Alisha è stata uccisa per futili motivi ha detto il procuratore di Pontoise, Eric Corbaux.
Il Mattino