Tutto sembrava essere cominciato come uno scherzo, poi, però, le attenzioni si sono trasformate in una violenza sessuale. Consumata, per di più, fra le aule di una...
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Tra i pochi studenti presenti anche la ragazza, appena 18enne, che con due compagni di classe ha trascorso la mattina in classe, con un'insegnante. Quando la lezione è finita i tre, in aula, sono stati raggiunti da quello che è stato denunciato come l'autore della violenza, un 19enne, di origine straniera, che non era mai stato individuato dalla scuola come un soggetto a rischio. Prima le avrebbe strappato di mano il cellulare, poi l'avrebbe immobilizzata, quindi provato a baciarla. A quel punto l'aggressione sessuale. Secondo la denuncia della ragazza, si è fermato solo dopo venti minuti, di fronte ai ripetuti no che lei gli ha urlato in faccia, l'ha liberata e se n'è andato. I due ragazzi che erano con lei avrebbero solo detto all'aggressore di fermarsi, ma senza intervenire.
La ragazza, dopo aver raccontato tutto alla preside, è andata, da sola, in una caserma dei carabinieri lì vicina, per cercare protezione, ma anche per invocare una punizione per il suo aggressore. Ha raccontato, nei dettagli, quello che è successo: lei ha cercato di fermarlo e gli ha ripetuto insistentemente di smetterla. Lui non l'ha ascoltata, nessuno l'ha sentita o, se l'ha sentita, è intervenuto per aiutarla. Lui si è fermato solo dopo venti minuti di aggressione, scoraggiato solo dalla fermezza della ragazza, più che dal timore di essere scoperto o di essere fermato da altri. I carabinieri stanno facendo indagini e sentendo alcuni dei giovani testimoni per trovare riscontri al racconto della studentessa.
Per ora non sono arrivati provvedimenti che, verosimilmente, non arriveranno prima di qualche giorno.
Il Mattino