Falso parmigiano sorpassa il vero: da parmesan a grana pompeana, ecco la minaccia al Made in Italy

La produzione di falsi Parmigiano Reggiano e Grana Padano nel mondo ha superato quella degli originali, con il diffondersi di imitazioni in tutti i continenti che toglie spazi di...

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La produzione di falsi Parmigiano Reggiano e Grana Padano nel mondo ha superato quella degli originali, con il diffondersi di imitazioni in tutti i continenti che toglie spazi di mercato ai simboli del Made in Italy, ed è trainata da «un'industria del tarocco che i dazi rischiano di rendere sempre più fiorente e che ha paradossalmente i suoi centri principali nei Paesi avanzati, a partire dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia al Sudamerica». Lo denuncia Coldiretti in occasione del Parmigiano Day al Villaggio di Bologna. «Il Parmigiano, assieme al Grana, è, il prodotto agroalimentare più imitato nel mondo - sottolinea Coldiretti - che diventa Parmesan dagli Stati Uniti all'Australia, dal Sudafrica fino alla Russia, Parmesano in Uruguay, Reggianito in Argentina o Parmesao in Brasile o altro anche più fantasioso, come il Grana Pampeana senza dimenticare i formaggi similari che si moltiplicano anche in Europa».


Tra i maggiori produttori di falsi, rileva Coldiretti, ci sono gli Stati Uniti «dove il mercato delle imitazioni dei formaggi italiani ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi 30 anni». «In termini quantitativi si producono negli Usa 204 milioni di chili di Parmesan, al secondo posto dopo la mozzarella con 1,89 miliardi di chili, e davanti a provolone con 180 milioni di chili, ricotta con 108 milioni di chili e Romano con 26 milioni di chili. Il risultato è che sul mercato a stelle e strisce appena l'1% in quantità dei formaggi di tipo italiano consumati ha in realtà un legame con la realtà produttiva tricolore mentre il resto è realizzato sul suolo americano. Una situazione che rischia di aggravarsi con il via libera del Wto ai dazi proposti da Trump». Una mossa, denuncia Coldiretti, «sostenuta soprattutto dalla lobby dell'industria casearia Usa (CCFN) che ha addirittura scritto al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump per chiedere di imporre tasse alle importazioni di formaggi europei al fine di favorire l'industria del falso Made in Italy».


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Il Mattino