VENEZIA - «Capisco la sofferenza, il dolore del padre di Elisa, ancora più forte oggi che si è trovato da solo ad affrontarlo e voglio esprimergli la mia...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non è la prima volta che monsignor Dino Pistolato si occupa di casi delicati riguardanti il tema controverso del fine vita, come questo della veneziana da 12 anni in stato vegetativo: in passato lo ha fatto incontrando Beppino Englaro, il padre battutosi per ottenere la sospensione dell'alimentazione artificiale della figlia Eluana; più recentemente commentando il caso di Charlie, il piccolo inglese gravemente malato per il quale i giudici hanno deciso di staccare le macchine che lo tengono in vita.
«La posizione della chiesa è chiara: difesa del concepimento, della vita, di una fine naturale - spiega intervenendo anche in qualità di responsabile della Pastorale diocesana della Salute - Personalmente sono contrario all'accanimento terapeutico: ci sono modi per non far soffrire le persone malate, per accompagnarle verso la fine. Ci sono strutture in grado di aiutare, di non far sentire da soli. Non è facile, lo so. Capisco la fatica e mi sento di dire al papà di Elisa che non voglio lasciarlo da solo in questo suo ultimo atto di donare amore alla figlia».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino