Roma, uccise marocchino in una lite per case occupate: pena dimezzata

Roma, uccise marocchino in una lite per case occupate: pena dimezzata
Condanna dimezzata in appello per Vincenzo Bevilacqua, il 22enne originario di Sarno, che nell'agosto 2016, nel corso di una colluttazione per l'occupazione di una casa...

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Condanna dimezzata in appello per Vincenzo Bevilacqua, il 22enne originario di Sarno, che nell'agosto 2016, nel corso di una colluttazione per l'occupazione di una casa abusiva a Pomezia, colpì con uno sgabello metallico Abdellaziz Fatkhani, un marocchino poi morto in ospedale a causa delle lesioni. Cinque anni, sei mesi e venti giorni di reclusione sono stati inflitti dalla prima Corte d'assise d'appello, in accoglimento di un'ipotesi di concordato accusa-difesa sulla derubricazione in omicidio preterintenzionale dell'originaria imputazione che ha pressoché dimezzato la pena inflitta.


In primo grado infatti Bevilacqua, a conclusione del processo col rito abbreviato, era stato condannato dal Gup di Velletri a 10 anni e otto mesi di reclusione per omicidio volontario. Era il primo agosto 2016 quando, intorno alle 22.30, i carabinieri della Stazione di Pomezia, intervenuti presso un complesso di edilizia popolare, sentirono alcune urla provenienti dal porticato. Videro Fatkhani mentre, armato di un'accetta, inseguiva un giovane. Alla vista dei militari, il marocchino fermò la sua corsa e fu colpito alla fronte da uno sgabello con base metallica lanciato da un giovane.


Secondo quanto al tempo si apprese, dalle indagini emerse che Bevilacqua e la sua convivente quel giorno avevano occupato abusivamente un appartamento, abitato da una famiglia marocchina, e Fatkhani aveva tentato di contrastare quell'occupazione. Era nato un violento alterco, con l'episodio dell'accetta e il successivo lancio dello sgabello. Dopo il fermo, Bevilacqua ammise la sua responsabilità, sostenendo però di avere agito per legittima difesa, lanciando quell'oggetto solo per ostacolare l'aggressione che stava subendo. Il giovane fu portato a processo, scelse di essere giudicato col rito abbreviato, e fu condannato a dieci anni e otto mesi di reclusione. Oggi il concordato in appello, con derubricazione in omicidio preterintenzionale dell'originaria imputazione, e il dimezzamento della condanna.
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Il Mattino