Penne. È una storia di eroi: una manciata di uomini del soccorso alpino e della finanza che nella notte raggiungono l’hotel sepolto dalla neve con gli sci e scavano...
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Lo spazzaneve che avrebbe dovuto liberare la strada era atteso per le 15 ma non è arrivato, fosse stato puntuale ora non ci sarebbe un bilancio di dispersi tanto grave, perché le stanze dell’hotel sarebbero state vuote. Dopo la slavina ci sono due orari che fanno pensare che qualcosa non abbia funzionato: la prima richiesta di aiuto via WhatsApp di Giampiero Parete, sopravvissuto perché era andato in macchina a prendere dei medicinali, c’è stata alle 17.40. Ha raggiunto lo smartphone del suo datore di lavoro, Quintino Marcella, che ha lanciato subito l’allarme. «Ho chiamato tutti i numeri dell’emergenza, ma nessuno mi credeva».
Fatto sta che la macchina dei soccorsi si è messa in moto attorno alle 20. E sempre dopo la slavina non si comprende come mai gli elicotteri abbiamo tardato molte ore a mettersi in volo. Quelli della Forestale - ormai confluita nei carabinieri - erano in manutenzione. Quelli dei carabinieri sono partiti più tardi. Infine, ieri il sindacato Conapo ha denunciato: «Assurdo che i Vigili del Fuoco ancor oggi nel 2017 non si siano dotati delle strumentazioni e del numero di piloti necessari per far volare di notte. E parliamo di quegli elicotteri che già il 24 agosto 2016 hanno dovuto attendere la luce per trasportare i Vigili del Fuoco nelle zone terremotate. Quegli stessi elicotteri che anche questa mattina, non prima dell’alba, hanno trasportato i soccorritori all’hotel Rigopiano».
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Il Mattino