È una storia a lieto fine, ma che innesca ancora polemiche, la vicenda del piccolo Adou Outtara, il bimbo africano di 8 anni fotografato il 7 maggio da uno scanner alla frontiera...
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La foto del piccolo raggomitolato nel trolley, intercettato alla frontiera di Ceuta, ha fatto il giro del mondo, suscitando emozione in Spagna e all'estero. Il padre, che ha detto di avere pagato 5mila euro per farlo entrare clandestinamente in Spagna, è stato arrestato. In manette è finita anche la “passatrice” che aveva cercato di farlo entrare nascosto nella valigetta. Il padre ha detto che non sapeva come avrebbero fatto passare il confine al piccolo, e che si sarebbe opposto se avesse saputo della valigia. Ha anche denunciato di essere una «vittima della mafia» dei trafficanti di esseri umani. Lunedì la madre, Lucie Outtara, ha potuto riabbracciare il piccolo. Ora il bambino potrà vivere con lei, almeno per un anno. E con il padre, pure residente in Spagna, che si prevede venga scarcerato nei prossimi giorni. Nessuno dubita però che il permesso venga poi prolungato.
Ma la decisione di Madrid, adottata in tempi accelerati a tre giorni dalle elezioni amministrative e regionali di domenica, suscita anche molte critiche. Non tutti sono d'accordo sulla eccezione concessa a Abou. La Spagna del premier popolare Mariano Rajoy ha appena respinto la proposta Ue di quote nazionali per distribuire clandestini e richiedenti l'asilo. E preoccupa l'allarme sulla infiltrazione da parte dei terroristi islamici dei gruppi di migranti clandestini. Su giornali e reti sociali non sono poche le proteste. Dal sito di El Mundo arriva una valanga di critiche. «Il numero di bambini che entreranno con questo metodo ora sarà moltiplicato per 10» avverte un lettore. «Hanno inventato un nuovo metodo per arricchire le mafie: d'ora in poi, tuona un altro non arriveranno più nelle carrette del mare ma in trolley da 100x50». «Ma perché, protesta, non danno un permesso temporaneo di uscita alla madre: vada a casa con suo figlio e, se vuole, torni poi fra un anno». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino