Perugia, tredicenne positivo al tampone per il coronavirus costretto a dormire in auto per non contagiare la sua famiglia

Perugia, tredicenne positivo al tampone per il coronavirus costretto a dormire in auto per non contagiare la sua famiglia
Costretto a dormire in auto per non contagiare la famiglia. Si tratta del dramma che sta vivendo in queste ore un tredicenne di Perugia, positivo al Covid. La casa del ragazzo,...

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Costretto a dormire in auto per non contagiare la famiglia. Si tratta del dramma che sta vivendo in queste ore un tredicenne di Perugia, positivo al Covid. La casa del ragazzo, dove vivono altre quattro persone, è infatti troppo piccola per permettere l'isolamento. 

Il più grande di tre figli: i suoi fratellini hanno 9 e 2 anni. Dopo aver contratto il Covid, non c'è stato altro da fare che isolarlo facendolo dormire dentro l'auto di famiglia. Il monolocale dell'adolescente infatti è troppo piccolo, conta solo una stanza e un bagno. Suo padre, Yacine, dopo alcune notti passate fuori dall'auto per controllarlo, ha raccontato la loro storia alla stampa locale per attirare l'attenzione su una situazione drammatica. 

Fortunatamente, c'è chi ha ascoltato le sue parole disperate: si tratta dell'assessore alle politiche sociali del Comune di Perugia Edi Cicchi. Il ragazzo d'ora in poi sarà trasferito in un albergo di Città di Castello, appositamente allestito per i positivi al virus impossibilitati a mantenere il distanziamento necessario con la propria famiglia.

Il ragazzo ha scoperto per caso la positività, dopo un tampone fatto dopo un caso sospetto nella scuola del tredicenne. Appena scoperto, è stata una nuova tegola per lui e la famiglia, che versa in condizioni socioeconomiche difficili. Il padre, un 47enne algerino residente regolarmente in Italia dal 1995, è un imbianchino disoccupato. Stando a quanto riporta Il Messaggero, sta provando da anni invano ad ottenere una casa popolare. «Non voglio soldi. Sono venuto in Italia nel 1995 per farmi una famiglia, trovare un lavoro, una casa e vivere sereno. Non per andare alla Caritas», ha dichiarato. 

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Il Mattino