TORINO La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro ragazzi della “banda dello spray” accusati di avere scatenato il panico durante la proiezione...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ACCUSE PESANTI
La banda era stata arrestata ad aprile quando ormai si credeva che la scintilla che scatenò il panico tra la folla non sarebbe mai stata individuata. Le accuse per i cinque componenti del gruppo (uno è minorenne) che avrebbe usato lo spray per compiere rapine durante la proiezione in piazza della finale di Champions tra Real Madrid e Juventus è pesantissima: omicidio preterintenzionale, lesioni e rapine. Il gip le aveva attenuate ritenendo che la morte di Erika Pioletti, la donna rimasta schiacciata dalla folla in fuga e deceduta qualche giorno dopo, fosse conseguenza di altro reato, mentre il tribunale del riesame le ha aggravate una seconda volta. Gli avvocati Basilio Foti ed Emanuela Cullari hanno presentato ricorso in Cassazione ma la decisione dei giudici della corte ha confermato l’accusa. «UNA MANDRIA DI ANIMALI SPAVENTATI»
Erika era arrivata da Domodossola con il fidanzato per assistere alla partita in piazza. Viene schiacciata contro il portone e perde conoscenza. La portano a braccia dentro un cortile e i medici la rianimano per 40 minuti prima di essere portata in ospedale, dove è morta dodici giorni dopo. Nelle immagini sgranate e in bianco e nero delle telecamere di sicurezza c’è tutta la disperazione di quei drammatici momenti. È stato il gas urticante, secondo i pm Roberto Sparagna e Paolo Scafi, a provocare la reazione di alcune vittime di scippi, ma nella folla si è diffusa la paura che ci fosse stato un attentato. «Quando la distanza tra i corpi è annullata dal numero eccessivo di persone, un movimento non intenzionale di una di loro può generare un’onda improvvisa che trasforma la folla in una trappola mortale, sovrapponibile a quel che succede a una mandria di animali spaventati», scrivono gli investigatori della scientifica nel loro rapporto. Oltre alla morte di Erika quella sera in piazza ci furono oltre 1500 feriti.
LA SINDACA APPENDINO INDAGATA
Sulla vicenda è in corso un secondo procedimento che vede indagata tra gli altri anche la sindaca Chiara Appendino, insieme a funzionari comunali e all’allora questore Angelo Sanna.
Il Mattino