Giù dal 7° piano, la lettera di Pietro: «Ho perso l'anima. Voglio che provi terrore, muori con me»

Pietro e Alessandra, i due giovani morti nella notte tra lunedì e martedì a Milano
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MILANO - «Scrivo queste parole non per essere ricordato, soprattutto perchè dopo questa sera i ricordi sarebbero tutti negativi credo». Così Pietro Maxymilian Di Paola, il giovane che ha buttato la sua ex dal balcone prima di gettarsi dalla stessa finestra, in un lungo scritto di cui Repubblica pubblica alcuni estratti, racconta il piano del gesto che avrebbe compiuto e spiega i motivi dell'omicidio-suicidio.



«Con l'Alessandra - scrive il ragazzo in una lettera lasciata nel suo cassetto - ho finito a coinvolgere tutto me stesso: anima, cuore e corpo, ho specificato anima perchè se si arrivano a fare certe cose, vuol dire che non la si ha più. L'amore totale e disarmante che provavo si è trasformato in affetto quando ci siamo lasciati per poi diventare risentimento nell'ultima settimana. Un odio così forte da essere felice di sacrificare la propria vita per far provare all'altro la vera tristezza».



«Non mi sono lanciato con lei subito ma anzi le ho prima fatto provare il terrore di perdere tutto amici, famiglia e futuro». «Per questo, e qui mi ripeto, ho perso l'anima tempo fa e quando sono salito sul terrazzo ero solo un corpo ed un ammasso di rabbia, incredulità e puro spirito sadico. Ho sfogato 7 anni di dolore in 45 minuti di terrorismo psicologico». Nel piano descritto nella lettera spunta anche una lama: «Perchè pugnalarla? Per essere sicuro di non essere l'unico a rimanerci secco». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino