Cadavere mummificato di donna con segni di percosse. E' giallo a Ponte Galeria

Cadavere mummificato di donna con segni di percosse. E' giallo a Ponte Galeria
Nessun segno di arma da taglio, nè di arma da fuoco, ma un graffio sulla guancia destra e un grosso livido sulla gamba,...

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Nessun segno di arma da taglio, nè di arma da fuoco, ma un graffio sulla guancia destra e un grosso livido sulla gamba, compatibili, a prima vista, con i segni lasciati da una caduta o da un'azione violenta.



Per capire quali siano le cause della morte della donna trovata in stato di mummificazione, abbandonata in un terreno incolto in via Malnome, a Ponte Galeria, sarà necessario attendere i risultati dell'autopsia, che verrà effettuata questa mattina. Ma per il momento il pm Nadia Plastina indaga per omicidio e i pochi dettagli che man mano si apprendono, se confermati dagli accertamenti medico legali, potrebbero confermare questa ipotesi. E anche se emergesse che la donna fosse morta a causa di un malore, sarebbero comunque tante le domande per cui cercare risposta: era sola? Com'è arrivata in un campo abbandonato? Nessuno l'ha vista? E, soprattutto: chi era?



IL GIALLO

A distanza di giorni, infatti, l'identità della vittima rimane ancora un'incognita. Nessuno ha denunciato la sua scomparsa. Nessuno la cerca, nessuno chiede di lei. Resta solo un corpo senza vita e senza nome, abbandonato, in evidente stato di decomposizione. Una donna bionda, sulla quarantina. Occhi azzurri, la pagina di una rivista in lingua tedesca stropicciata in tasca insieme a poche banconote e ad un coltellino multiuso. Qualche bottone slacciato nei pantaloni, sterpaglie infilate tra i sandali e le piante dei piedi, come se avesse camminato scalza e fosse poi stata rivestita. Nulla di più. L'assenza di documenti, del cellulare e, almeno per il momento, la mancanza di legami familiari, amicizie e affetti, spingono gli investigatori a sospettare che la quarantenne fosse una clochard.



UNA DELUSIONE


Alcuni dettagli macroscopici cozzano però con quest'ipotesi: l'aspetto del viso sembra curato, le unghie delle mani sono tagliate e limate, i denti puliti. Forse, spiegano gli inquirenti, aveva scelto da poco di vivere per strada. Forse, una delusione sentimentale o problemi economici l'avevano spinta a cambiare vita. Oppure: era uno spirito libero avvezzo ad affrontare le giornate all'avventura. Anche perché i senzatetto, solitamente, vivono di abitudini: costruiscono rifugi di fortuna in luoghi fissi e sono ben noti agli abitanti dei quartieri che li ospitano. In questo caso, invece, a Ponte Galeria nessuno avrebbe riconosciuto la donna. Solo le telecamere di un esercizio commerciale in via della Muratella potrebbero avere ripreso una clochard che le somiglierebbe, almeno per quanto riguarda l'abbigliamento: pantaloni, giubbotto di jeans e sandali bassi. Ed è proprio all'identificazione che ora punta chi indaga: in questi giorni i carabinieri stanno ascoltando a ritmo serrato chiunque abiti nell'area del ritrovamento del cadavere. E questa mattina, insieme all'autopsia, il dottor Nicola Silvestri, medico legale del Policlinico Gemelli, procederà anche e al rilevamento delle impronte digitali e all'estrazione del dna. Per iniziare gli accertamenti da un nome. Per ricostruire una storia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino