Fuga dalla quarantena, le Regioni: «Pronti a denunciare i positivi che si nascondono»

Fuga dalla quarantena, le Regioni: «Pronti a denunciare i positivi che si nascondono»
Dopo gli squilli a vuoto delle Asl, scattano le denunce. I positivi irreperibili, quelli che dopo il tampone rapido staccano il cellulare per sfuggire alla quarantena (e per...

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Dopo gli squilli a vuoto delle Asl, scattano le denunce. I positivi irreperibili, quelli che dopo il tampone rapido staccano il cellulare per sfuggire alla quarantena (e per salvare le vacanze), allarmano le Regioni. I casi si moltiplicano, dal Lazio alla Puglia, dalla Campania all’Emilia Romagna. Solo in Veneto ne hanno contati 783: tutti contagiati, tutti spariti dai radar. A Roma le segnalazioni sono oltre 250 da inizio agosto. Chi governa la sanità regionale ha dato un input chiaro agli esperti del tracciamento: denunciate. «Chi è consapevole di essere positivo e si sottrae alla quarantena va incontro a un rischio penale», ha messo in chiaro ieri Alessio D’Amato, l’assessore alla Sanità del Lazio, dopo che il caso è stato sollevato dal Messaggero. «Omettere i dati nella consapevolezza di essere positivi significa avvantaggiare il virus e questo sicuramente può dare adito a una colposità». Ai microfoni della Rai, il braccio destro di Zingaretti ha spiegato che quello degli infetti irrintracciabili «è un fenomeno che ci preoccupa perché rende difficile il contact tracing, fondamentale per ridurre i contagi».

Per schivare l’isolamento e mettere in salvo le ferie, c’è chi ha fornito numeri di cellulare falsi, chi ha annotato sul modulo del test indirizzi inventati. La maggior parte, semplicemente, non ha mai risposto alle chiamate delle Asl. Quasi tutti si rendono irreperibili dopo il tampone rapido in farmacia, senza mai presentarsi in ospedale o al drive-in per il molecolare. L’unico test che vale a livello diagnostico e che fa scattare ufficialmente la quarantena. Non sempre però i medici si accontentano della segreteria telefonica. Spiega il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio: «Violare l’isolamento da contagiati è un atto estremamente grave, per questo da parte delle nostre Asl c’è la massima severità, ogni caso è stato denunciato alle forze dell’ordine e sarà così in futuro». L’Asl dell’Aquila ha già spedito 2 segnalazioni alla Questura. «Ma dopo l’intervento della Polizia, in genere queste persone collaborano», ha raccontato il direttore dell’unità di Epidemiologia dell’Asl Abruzzo 1, Enrico Giansante.

 

Le sanzioni

Cosa rischia chi viola la quarantena? Solitamente una sanzione amministrativa, che va dai 400 ai 3mila euro. Ma l’assessore alla Sanità della Puglia, Pier Luigi Lopalco, ipotizza «il reato di epidemia colposa, perché se non si rispetta l’isolamento, sapendo di essere positivi, c’è un articolo apposito del codice penale». Solo nel Salento, l’azienda sanitaria locale ha denunciato 20 positivi-fantasma in queste settimane. «Abbiamo una convenzione ad hoc con le forze dell’ordine - riprende Lopalco - gli agenti ci aiutano a rintracciare i positivi che non si presentano. Stiamo parlando di un comportamento molto pericoloso: se viene meno il tracciamento, salta il controllo del focolaio epidemico. È un atto contro i propri affetti, ma anche contro la comunità».

I turisti

In Veneto non sono mai stati rintracciati 783 positivi, da ottobre 2020 ad agosto 2021. «Sicuramente all’interno c’è una quota di stranieri», spiega Manuela Lanzarin, l’assessore alla Sanità di Zaia. «Un non reperibile ogni 560 contagiati è un numero tutto sommato contenuto, ma i nostri uffici hanno comunque il mandato di chiamare tutti. Anche se qualcuno non risponde, magari per disattenzione. O volontariamente».

 

 

 

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Il Mattino