Prende a schiaffi le figlie per rimproverarle, il giudice: «Non è reato»

La primogenita lo ha denunciato in seguito a vari episodi di violenza, ma a convincere il giudice dell'assoluzione è stata la testimonianza della secondogenita che ha descritto l'uomo come un padre premuroso

Prende a schiaffi le figlie per rimproverarle, il giudice: «Non è reato»
Un padre di famiglia era finito a processo con l'accusa di aver picchiato le proprie figlie. L'episodio risale al 2015, quando le due giovani erano ancora minorenni e non...

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Un padre di famiglia era finito a processo con l'accusa di aver picchiato le proprie figlie. L'episodio risale al 2015, quando le due giovani erano ancora minorenni e non davano ascolto all'uomo. Ma adesso il giudice del tribunale di Ancona lo ha assolto perché il fatto non sussiste. 

 

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L'intervento dei carabinieri

 

 

 

Il protagonista della vicenda è un padre di 52 anni, processato per maltrattamenti nei confronti delle due eredi. Secondo quanto ricostruito, i soprusi contestati emersero oltre sette anni fa, nel settembre del 2015 quando, nell'abitazione in cui viveva la famiglia, fu richiesto l'intervento dei carabinieri. L'uomo avrebbe prima preso a schiaffi, per strada, la figlia più piccola, dopo una bravata commessa. La ragazzina, infatti, aveva scavalcato la recinzione che delimitava un passo carrabile della polizia locale e il genitore l'aveva rimproverata duramente. Le aveva rifilato anche uno schiaffo e la giovanissima era rimasta ferita al volto per colpa dell'anello che l'uomo aveva al dito. Una volta tornati a casa però si sarebbe sfogato anche con la figlia più grande, all'epoca 17enne. Fu proprio lei a riferirlo in aula, durante il processo, in una udienza che si è tenuta a fine ottobre.

 

«Sbattuta al muro»

 

Secondo quanto raccolto da AnconaToday, la giovane avrebbe riferito: «Quel giorno mi ha preso a calci sulle gambe, poi mi ha sbattuta sul muro e io ho colpito uno sportello della cucina che era aperto, sullo spigolo. Io ero la figlia cattiva». I vicini di casa allertarono le forze dell'ordine, ma l'allora 17enne avrebbe inventato una scusa, dicendo di essersi provocata gli evidenti lividi a seguito di una caduta dalla bici. La madre delle due ragazzine non sarebbe intervenuta in quel frangente e non avrebbe comunque saputo spiegare il comportamento del coniuge.

 

La denuncia

 

A denunciarlo, in seguito, fu comunque la primogenita, dopo un nuovo episodio di percosse dovuto al rifiuto di lavare i piatti. Gli inquirenti, negli scorsi mesi, hanno interrogato anche la figlia minore, che pur ammettendo le aggressioni lo avrebbe descritto comunque come un padre premuroso ed avrebbe ammesso anche la propria responsabilità nel primo caso contestatogli. Una testimonianza che, con ogni probabilità, ha convinto il giudice ad assolvere il genitore.

 

 

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Il Mattino