Pride davanti al Santuario di Pompei, il monito del vescovo: siate sobri

Pride davanti al Santuario di Pompei, il monito del vescovo: siate sobri
È una storia di accoglienza e solidarietà. Radici che affondano nel Santuario, nelle case famiglia e le loro ragazze-madri, negli orfanotrofi. Una cultura antica,...

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È una storia di accoglienza e solidarietà. Radici che affondano nel Santuario, nelle case famiglia e le loro ragazze-madri, negli orfanotrofi. Una cultura antica, che dinanzi alla modernità non può sconfessare se stessa: dopo mesi di trattative e preoccupanti silenzi, domani alle 15 il Gay Pride attraverserà la città di Pompei. «Il nostro interlocutore è il Comune», dice Antonello Sannino, presidente Arci Gay di Napoli. Ma la città è piccola, e quindi la festa si svolgerà anche davanti al Santuario della Madonna del Rosario.


«In sintonia con la propria storia e secondo l'insegnamento del Papa, la chiesa di Pompei, conferma l'impegno per il rispetto di ogni persona e di quanti si trovano in situazioni di discriminazione», ha detto ieri l'arcivescovo della città Mariana Tommaso Caputo, richiamando le parole del pontefice nella recente Esortazione apostolica Amoris laetitia. «Ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione, particolarmente ogni forma di aggressione e violenza». Anche se poi papa Francesco ha chiarito che «la famiglia umana come immagine di Dio, è composta da un uomo e una donna». Infine, la richiesta: «Rispettate le convinzioni dei credenti - ha detto l'arcivescovo - anche attraverso modalità e gesti che caratterizzano le manifestazioni nella città di fede e cultura».
 
Ieri, anche l'ultima riunione per l'ordine pubblico organizzata dal questore di Napoli, Antonio De Jesu e dal vicequestore Angelo Lamanna. Misure straordinarie per garantire la sicurezza dei partecipanti al Pride, dei residenti, dei fedeli e delle migliaia di turisti che in questa stagione affollano gli Scavi.

Famiglie, associazioni e un vero e proprio parterre ha annunciato la propria partecipazione. In rappresentanza del governo Conte, hanno aderito all'invito degli organizzatori Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Pari Opportunità e ai Giovani; le senatrici M5S Virginia La Mura e Paola Nugnes, la deputata pentastellata Gilda Sportiello.

«Sono stati necessari oltre due mesi di richieste alla Curia di Pompei per aprire il dialogo sul contrasto alle discriminazioni. La premessa comunque, è che il nostro interlocutore è lo Stato italiano ed è il governo il destinatario delle nostre rivendicazioni sul diritto di poter formare una famiglia». Secondo l'organizzazione, è stata di grande partecipazione la reazione delle aziende locali: «L'estensione del diritto, oltre a essere un fondamento della Costituzione è una grande opportunità di crescita dell'economia - aggiunge il presidente Arcigay di Napoli - senza contrasti o discriminazioni sui luoghi di lavoro per esempio, c'è maggiore serenità e quindi maggiore produttività. Un luogo accogliente poi, porta turismo e in genere è un turismo ricco: molte coppie gay sono infatti composte da persone adulte, che lavorano e che non hanno figli, quindi con più risorse economiche da destinare a una vacanza. I Pride servono anche a promuovere le città che li accolgono».

Trent'anni e più di Pride per questioni mai placate. Ieri, Alessandro Cecchi Paone, ospite della trasmissione Tv Un giorno da Pecora, ricordando che nell'attuale governo ci sono «tre ministri gay: due grillini e un leghista», ha in qualche modo chiesto all'esecutivo di Conte di non fare passi indietro.


Polemiche e aspettative, ma dopo oltre due mesi di preparativi a Pompei la festa sta per cominciare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino