All'ospedale Santa Maria delle Grazie il primo impianto in Campania di modulazione della contrattilità cardiaca

All'ospedale Santa Maria delle Grazie il primo impianto in Campania di modulazione della contrattilità cardiaca
POZZUOLI - È stato effettuato il primo impianto, in regione Campania  per la modulazione della contrattilità cardiaca presso il reparto di Cardiologia...

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POZZUOLI - È stato effettuato il primo impianto, in regione Campania  per la modulazione della contrattilità cardiaca presso il reparto di Cardiologia con Emodinamica dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli. «Si tratta di un dispositivo, in grado di migliorare la contrattilità del cuore affetto da scompenso cardiaco, attraverso una nuova e sofisticata tecnologia, che consente, con una stimolazione elettrica del periodo refrattario del venticolo, di aumentare la concentrazione del calcio intracellulare e quindi migliorare la capacità del cuore a contrarsi», spiega Gerolamo Sibilio, direttore del reparto di cardiologia dell'ospedale di Pozzuoli. 


L'intervento è stato eseguito, dall'equipe del laboratorio di elettrostimolazione ed elettrofisiologia del reparto di Utic-cardiologia con emodinamica, dal dottor Fabio Maresca e dalla dottoressa Vittoria Marino, coordinati dal dottor Pasquale Nocerino, su un uomo di 74 anni, affetto da una grave forma di scompenso cardiaco, con diversi ricoveri negli ultimi mesi, già sottoposto ad impianto di defribillatore bicamerale. «Il posizionamento di tale dispositivo richiede una durata media di 30-50 minuti e viene effettuato interamente in anestesia locale, con una batteria inserita in una tasca sottocutanea e gli elettrocateteri spinti fino al cuore sotto la guida di raggi X - continua Sibilio -. Il paziente sentito quotidianamente ha riferito un miglioramento della capacità respiratoria e delle proprie forze». La contrattilità cardiaca di modulazione viene indicata dalle recenti linee guida internazionali come un presidio terapeutico, che può migliorare la capacità allo sforzo e la qualità della vita e ridurre i ricoveri ospedalieri in pazienti affetti da scompenso cardiaco che non rispondono alle terapie attualmente disponibili.   Leggi l'articolo completo su
Il Mattino