«I consumi occidentali di beni a basso costo prodotti in Oriente contribuiscono alla morte prematura per inquinamento atmosferico di decine di migliaia di persone che vivono...
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In particolare, il 22 per cento dei decessi (762.400 persone) dipende da beni e servizi prodotti in un'area del pianeta per essere consumati in un'altra area, mentre il 12 per cento (441.100 persone) è legato agli inquinanti emessi in regioni del mondo diverse da quelle in cui si sono registrate le morti premature. Le emissioni cinesi causano oltre il doppio delle morti nel mondo rispetto a qualsiasi altra regione della Terra, seguite dalle emissioni dell'India e del resto dell'Asia. Le polveri sottili generate in Cina, infatti, sono collegate a 64.800 morti premature in altre regioni, tra cui 3.100 in Europa occidentale e negli Stati Uniti. Ma i consumi dell'Europa occidentale e oltreoceano - sottolineano i ricercatori - portano a 108.600 morti in Cina, che quindi paga un prezzo più alto. Perché «il modo in cui la produzione e il commercio sono strutturati comporta che la mortalità da inquinamento dell'aria pesi in modo sproporzionato sulle persone che vivono vicino ai luoghi di produzione e lontano dai luoghi di consumo». Conclusione: «Se il prezzo dei prodotti importati è basso a causa di controlli sull'inquinamento meno stringenti nei paesi di produzione, allora il risparmio dei consumatori può venire a scapito di vite perse altrove». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino