Dita mozzate, ferite alla testa, scene di caos e violenza domenica 14 luglio ad Hong Kong, dove da ormai 5 settimane vanno avanti le proteste contro il governo di Carrie Lam,...
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La mobilitazione di domenica ha visto la partecipazione di 115 mila persone, secondo le stime degli organizzatori, 28 mila invece secondo le forze dell'ordine. Tre i centri commerciali occupati dai cittadini di Hong Kong. I manifestanti ancora una volta hanno subito attacchi con spray urticanti e manganelli. I disordini nel complesso di New Town Plaza sarebbero scoppiati quando la folla radunata nel centro commerciale stava andando via ed era in procinto di dirigersi verso la vicina stazione della metro. Per questo motivo gli agenti di polizia sono stati criticati e accusati di aver bloccato i manifestanti cercando forse uno scontro frontale. Per il capo della polizia locale, invece, i ragazzi delle proteste sono dei criminali. Gruppi di giovani hanno circondato e attaccato la polizia e un giornalista è stato visto chinarsi a terra per proteggere un agente riverso sul pavimento. I manifestanti hanno anche lanciato oggetti contro i poliziotti, come mattoni e ombrelli, o addirittura cibo per cani, con l'intento di colpire e offendere gli agenti. Davanti a questi attacchi, ha raccontato un testimone, la polizia è stata costretta ad agire. Dieci i poliziotti fino a questo momento hanno lasciato il posto di lavoro a causa della frustrazione. Ma c'è anche di più nella cronaca della giornata di domenica scorsa: la richiesta di intervento della polizia nel centro commerciale New Town Plaza non sarebbe partita dalla società che gestisce la struttura. La Sun Hung Kai Properties, scrive il giornale South China Morning Post di Hong Kong, ha detto di non essere stata informata e di non aver saputo dell'arrivo imminente e del dispiegamento delle forze di polizia.
La gioventù di Hong Kong, che anima le proteste e compie atti di violenza, sarebbe a disagio per le condizioni di vita nel porto profumato. La disoccupazione giovanile e la mancanza di indipendenza economica sarebbero la chiave per capire il disagio sociale delle nuove generazioni dei cittadini di Hong Kong. Almeno tre casi di suicidio sono stati registrati dall'inizio delle proteste. Ragazzi che prima di lanciarsi nel vuoto hanno lasciato messaggi sui social e sui muri. Secondo esperti della società locale, le violenze hanno una matrice politica. A spingere i giovani sarebbe la mancanza di democrazia, l'incertezza del futuro e la sfiducia nel governo di Hong Kong e in quello di Pechino, elementi che potrebbero aver portato alcuni a compiere gesti estremi come il suicidio. Non è detto che i disordini e la rabbia si spengano nelle prossime settimane, quando ad Hong Kong riapriranno le scuole.
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Il Mattino