Terapie innovative: «Puglia regione modello ma i tempi per l’accesso in Italia sono troppo lunghi»

I nodi affrontati in una tavola rotonda promossa da Motore Sanità

Un medico
Nodi irrisolti per portare tempestivamente al letto del paziente le nuove cure capaci di mutare la prognosi e il destino della cura in malattie come quelle oncologiche,...

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Nodi irrisolti per portare tempestivamente al letto del paziente le nuove cure capaci di mutare la prognosi e il destino della cura in malattie come quelle oncologiche, reumatologiche e rare. I nodi da sciogliere restano soprattutto nella filiera nazionale che, dopo l’autorizzazione da parte di Ema, Ente europeo di regolazione è deputato a portare il farmaco al letto del paziente in tempi brevi.

Nodi affrontati in una tavola rotonda promossa da Motore Sanità.
«La Regione Puglia è fortemente orientata all’innovazione in un contesto nazionale in cui andrebbero corretti alcuni processi gestionali per un più rapido accesso» ha sottolineato Palese, Assessore alla Sanità della Regione Puglia - «l’accesso al prontuario terapeutico è garantito in base alle disposizioni emanate dalla Giunta regionale. Pertanto è garantito l’accesso immediato da parte dei cittadini a tali terapie. L’ultima parte, che riguarda l’erogazione dei farmaci a chi ne ha diritto, è subordinata all’espletamento delle procedure di acquisto da parte delle Aziende sanitarie e del Soggetto aggregatore. I tempi tecnici sono gli stessi per la Puglia come per il resto del territorio nazionale, circa un paio di settimane. E’ possibile perciò che nell’arco di tre settimane l’accesso alle terapie innovative sia garantito sebbene permangano dei nodi irrisolti nella filiera nazionale».

Accesso alle terapie innovative, diritto alle nuove cure, alle medicine più efficaci in grado di orientare a prognosi, la guarigione o stabilizzare e cronicizzare le malattie, garantire un rapido accesso a queste cure, superare gli ostacoli burocratici i nodi irrisolti in Italia sul fronte delle terapie innovative. Un farmaco licenziato con Ema dovrebbe avere un percorso rapidissimo ma Aifa impiega diversi mesi e un altro ritardo si accumula tra approvazione e disponibilità.

Nel nostro Paese occorrono circa 3 anni per accedere al farmaco da parte del paziente, 422 giorni da quando Ema fa scattare il disco verde, 1,5 anni i tempi per la rimborsabilità. L’Italia è il 14° paese nella Ue come rapidità autorizzativa. Tempi lunghi a cui si aggiungono quelli delle Regioni che impiegano dai 4 ai 6 mesi per rendere disponibile un nuovo farmaco. Nonostante le buone pratiche la regione Puglia ne impiega 4.  

«La burocrazia deve dare regole precise ma si ritorce contro e arriva a ostacolare un diritto fondamentale» conclude Vito Montanarodirettore Dipartimento Promozione della salute della Regione Puglia.

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Il Mattino