OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Putin lo aveva detto nel suo ultimo messaggio alla nazione, quello in cui annunciava la mobilitazione parziale per sostenere il fronte impegnato in Ucraina: «Ci sarà un innalzamento del livello del conflitto». E in quest'ottica deve essere letto l'avvicendamento al ministero della Difesa come responsabile della logistica: via il generale Dmitry Bulgakov, decorato con la medaglia di Eroe della Federazione Russa, per fare posto al collega Mikhail Mizintsev, alias “Il Macellaio di Mariupol”. E pensare che Bulgakov aveva conseguito il titolo di “eroe” per essersi distinto durante il conflitto in Siria nell'organizzazione proprio della logistica. In quella guerra i russi vennero accusati di attaccare sistematicamente ospedali e civili, tanto che Mosca perse il seggio nel Consiglio per i diritti umani alle Nazioni Unite.
Putin caccia il ministro della Difesa, le ragioni
Troppo poco per Putin che vorrebbe comandare in prima persona il suo esercito. Al posto di Bulgakov ora arriva Mizintsev che deve il suo soprannome all'assedio di Mariupol del 2 marzo scorso durante il quale le forze russe rastrellarono gli ucraini casa per casa fino a costringere le ultime forze rimaste alla resistenza nei sotterranei di Azovstal. Un massacro - che la Croce Rossa ha quantificato in 22mila morti, quasi tutti civili – terminato il 17 maggio con la resa dei circa 200 soldati ucraini asserragliati nell'acciaieria.
Nel mezzo ci sono stati episodi di grande crudeltà come il bombardamento del Teatro di d'arte drammatica di Mariupol dove nei sotterranei avevano cercato riparo per lo più donne, bambini e anziani.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino