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Sin dai primi giorni dell'invasione dell'Ucraina, Boris Bondarev, ex diplomatico russo, primo e unico a ribellarsi a Putin, manifestando una condanna aperta alla guerra, dice ora «la fortuna dello zar è finita». E in un'intervista a Sky news ha dichiarato che le sorti del presidente della Federazione russa sono cambiate e che non vede per lui una prospettiva di successo.
Il pensiero su Putin: "Penso che i 20 anni al potere siano stati molto fortunati per lui"
Bondarev ha lasciato il suo ruolo nella missione russa presso le Nazioni Unite (Onu) a maggio dopo che i soldati di Mosca sono entrati militarmente nel paese dell'Europa orientale, affermando in una lettera di dimissioni che la guerra «non è solo un crimine contro il popolo ucraino, ma anche, forse, crimine più grave contro il popolo russo». L'ex diplomatico ha parlato anche della storia personale di Putin: «Penso che i 20 anni al potere siano stati molto fortunati per lui. Non è intelligente, è solo fortunato. E ora credo che la sua fortuna sia finita». Il dissidente ha una visione nera su ciò che il leader russo sarebbe capace dio fare pur di ottenere un buon risultato: «Sarebbe disposto a sacrificare 10 o 20 milioni di russi solo per vincere questa guerra, per massacrare tutti gli ucraini, perché è una questione di principio. Per lui è una questione di sopravvivenza politica. Se perde la guerra, per lui sarà la fine. Perché - ha aggiunto Bondarev - dovrà spiegare alle sue élite e alla sua popolazione quanto è accaduto e non sarà facile farlo».
Le difficoltà in guerra
L'intervista di Bondarev arriva proprio nel momento in cui la Russia sta mostrando serie difficoltà sul campo, soprattutto sta accumulando grandi perdite nella regione meridionale di Kherson, che ha occupato nei mesi scorsi.
«Il Cremlino potrebbe tentare di sfruttare questo attacco - sottolineano - sotto falsa bandiera per oscurare la notizia di una terza ritirata umiliante per le forze russe, questa volta da Kherson. Un simile attacco favorirebbe anche la falsa operazione di informazione russa che dipinge l'Ucraina come uno stato terrorista che prende di mira deliberatamente i civili».
La legge marziale
La scorsa settimana Putin ha anche dichiarato la legge marziale nelle quattro regioni ucraine che Mosca ha annesso illegalmente, tra cui Kherson. La decisione è arrivata dopo che si è diffusa la notizia della ritirata delle truppe russe da alcune aree occupate. E un ospite della tv di stato ha confermato che il paese potrebbe affrontare «gravi» perdite di territorio nei prossimi mesi. «Per noi è importante resistere, non voglio dare illusioni a nessuno, ma dovremo perseverare, stringendo i denti fino a novembre - ha detto il corrispondente di guerra Alexander Kots -, e temo, parte di dicembre. Non ci saranno buone notizie nei prossimi due mesi».
Domenica, poi, sono intervenuti funzionari russi e media statali per spostare l'attenzione, dicendo che l'Ucraina sta pianificando di utilizzare una bomba sporca sul proprio territorio in modo da poter incolpare la Russia e utilizzare l'attacco per galvanizzare l'opposizione contro il Cremlino. Tuttavia, Christopher Fettweis, professore di scienze politiche all'Università di Tulane, ha detto a Newsweek che l'opinione pubblica russa si sta «ribellando e rivoltando contro Putin», e che le affermazioni dell'attacco da attribuire a Kiev, sono probabilmente volte a suscitare paura contro le autorità e i cittadini ucraini,
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