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Suo figlio Valentino è nato a fine dicembre dello scorso anno, e già è stato sottoposto a un test del Dna per attestarne la paternità. Il motivo lo spiega sua mamma, la deputata di FdI (ex M5S) Rachele Silvestri in una lettera inviata al Corriere della Sera.
«Sono stata costretta a fare il test di paternità per mio figlio di soli tre mesi. E il padre è proprio Fabio, il mio compagno. Naturalmente, non avevo dubbi. Perché, quindi, l'ho fatto?. E, soprattutto, perché chiedo che venga riportata la notizia sui giornali? Se la fantasia (o la curiosità) vi sta portando chissà dove, leggete, e poi, mi auguro, vi indignerete insieme a me.
«Riuscite soltanto a immaginare come mi sono sentita? Non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l'umiliazione», aggiunge Silvestri. «Mi chiedo: ma in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato? Quante volte il dono della procreazione può essere strumentalizzato e degradato? In nome di cosa è giustificabile la violenza su un bambino appena nato? Non so chi sia stato. Molti, però, hanno scelto di condividere una evidente calunnia, di telefono in telefono, di chat in chat, rendendosi complici di questo schifo - afferma -. E anche chi sa ma ha deciso di non parlare lo è». «Ho scelto di rendere pubblica questa storia per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno. Il mio augurio è che nessuno sia indulgente con l'autore della calunnia e con chi contribuisce a diffonderla», conclude nella lettera.
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