VENEZIA - Una relazione sentimentale troncata che insieme al cuore le ha annientato anche la vita. A "ucciderla" - questa è la spiegazione fornita da chi le stava più vicino -...
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Neanche con l’aiuto e l’affetto dei suoi cari e nemmeno con il supporto professionale degli psicologi cui la famiglia si era rivolta nel tentativo di strapparla alla disperazione e allo sconforto.
L’hanno trovata impiccata a una corda fissata alle scale di casa. L’altro ieri. Era dal tardo pomeriggio che non riuscivano a contattarla. Il suo cellulare suonava a vuoto e così pure il telefono fisso. A sentirla per l’ultima volta verso le 15 l’amica del cuore alla quale aveva confidato di non riuscire più ad andare avanti e che stava pensando di farla finita: nel corso della conversazione sembrava che si fosse calmata, se non rasserenata, almeno tranquillizzata.
Non era così. Quella chiacchierata altro non era che il suo commiato dal mondo. Definitivo. Stavolta senza appello. Già perché la ragazza qualche settimana fa aveva già tentato il suicidio ingoiando dei barbiturici ed era stata salvata in extremis dopo essere stata sottoposta a una lavanda gastrica.
Un gesto che aveva evidenziato in modo atroce il trauma subìto per l’abbandono da parte del fidanzato e soprattutto l’incapacità di affrontarlo razionalmente.
Sono state la madre e l’amica più cara a dover confrontarsi con quella scena crudele e con la spietata realtà irreversibile della morte.
Nell’abitazione in zona Arsenale è arrivata una Volante insieme ai sanitari del Suem che hanno constatato il decesso per soffocamento. Un volta informato, il magistrato di turno, il pm Stefano Ancilotto, ha messo la salma a disposizione dei congiunti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino