Roma. Rischia una condanna fino a tre anni, Virginia Raggi, finita sul registro degli indagati con le accuse di abuso d’ufficio e falso ideologico per la nomina di Renato...
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Per il procuratore Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio le prove evidenti delle responsabilità del sindaco sono già state raccolte. A inchiodare Virginia Raggi, dopo il conferimento di quell’incarico tanto chiacchierato, che garantiva al fratello del suo ex braccio destro 20mila euro in più in busta paga, sono stati gli atti sottoscritti dalla stessa sindaca e le chat trovate dai carabinieri del nucleo Investigativo nel telefonino di Raffaele Marra. Dalle conversazioni emerge come sia stato proprio il nuovo capo del Personale, intanto finito in manette, a gestire la nomina del fratello, in violazione della norma che prevedeva l’astensione. Circostanza negata dallo stesso sindaco con una dichiarazione falsa all’autorità Anticorruzione del Comune che si apprestava a rispondere all’Anac di Raffaele Cantone. Dalle chat emerge anche il disappunto che la Raggi manifestava a Marra per quei 20mila euro aggiunti in busta paga a Renato, circostanza che la metteva in seria difficoltà.
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Il Mattino