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Un vero e proprio tour dell'orrore per una studentessa pugliese, minorenne e con un ritardo mentale. È stata adescata all'uscita da scuola vicino Barletta, rapita e violentata nelle campagne della provincia di Barletta-Andria-Trani e poi abbandonata davanti al Policlinico di Bari, a 60 chilometri di distanza da dove è incominciato tutto.
Dopo quasi un anno di indagini, la squadra mobile di Andria ha arrestato un insospettabile incensurato che probabilmente pensava di averla fatta franca. Invece, il presunto autore adesso dovrà rispondere dei reati di sequestro di persona ai danni della minore, violenza sessuale aggravata per aver abusato dell'inferiorità fisica e psichica della ragazza, dall'uso di sostanze alcoliche e stupefacenti e violazione della normativa sugli stupefacenti. Un incubo per la ragazzina originaria della provincia di Bari, che si unisce alla precedente situazione che l'aveva portata in una comunità protetta a causa dei maltrattamenti che aveva subito in famiglia.
La giovane, all'uscita da scuola e mentre aspettava il mezzo per rientrare in comunità, è stata adescata da un uomo.
I sanitari, dopo avergli prestato le cure ed essersi accorti delle violenze subite, hanno raccolto la denuncia. Una denuncia che per la verità era molto vaga e che offriva pochissimi elementi. Soltanto il fatto di essere stata sequestrata all'uscita da scuola e violentata ma senza sapere indicare da chi, perché quell'uomo non l'aveva mai visto prima, né il luogo in cui è avvenuta la violenza e neppure l'auto in cui è salita e men che meno la targa. Da quella denuncia però, con l'aiuto della comunità che la ospita e il coordinamento della Procura della Repubblica di Trani sono partite indagini ad ampio respiro da parte della polizia che ha dovuto vagliare i dati del vasto territorio in cui si sono svolti i fatti.
Poco alla volta, grazie a strumenti elettronici e alle registrazioni delle telecamere della zona in cui è avvenuto l'adescamento e di quelle in cui è stata abbandonata la ragazza, fotogramma dopo fotogramma, gli investigatori sono riusciti ad individuare il presunto colpevole. E hanno raccolto gli elementi di prova.
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