Recovery Plan, maxi-dote da 123 miliardi: alla svolta verde e digitale

Recovery Plan, maxi-dote da 123 miliardi: alla svolta verde e digitale
Green e innovazione digitale potranno contare su 123 miliardi dei 196 del “Piano di ripresa e resilienza”, ovvero quasi due terzi del totale. Nessuna sorpresa, visto...

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Green e innovazione digitale potranno contare su 123 miliardi dei 196 del “Piano di ripresa e resilienza”, ovvero quasi due terzi del totale. Nessuna sorpresa, visto che a livello europeo sono queste le due grandi direttrici individuate per evitare al Vecchio Continente una crisi post pandemica potenzialmente in grado di sbriciolare l’intero edificio comunitario. Ma poi naturalmente ogni Paese deve decidere come modulare le risorse disponibili in base alle proprie specifiche esigenze, ed alle criticità individuate dalla stessa commissione. Così il governo nel Piano Next Generation Italia scompone le sei grandi missioni (o cluster) su cui si riverseranno gli investimenti in sotto-componenti, distribuendo ulteriormente i fondi. 

Ecco quindi che sui 74,3 miliardi della transizione ecologica oltre la metà (40,1 miliardi) andrebbero all’efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici, che assorbono oltre un terzo dei consumi di energia e possono quindi contribuire all’abbattimento delle emissioni di CO2. Si tratta di un piano bifronte, che da una parte punta a estendere nel tempo il superbonus 110% per i privati, dall’altra vuole ammodernare gli edifici pubblici (scuole, ospedali, edilizia residenziale, immobili degli enti locali). Per la transizione energetica e la mobilità locale sono previsti 18,5 miliardi: si va dal sostegno alle energie rinnovabili e all’idrogeno, all’istallazione di sistemi di ricarica elettrica e al rinnovo del parco autobus e dei treni locali. La tutela della risorsa idrica potrà disporre di 9,4 miliardi, mentre 6,3 sono destinati all’impresa verde e all’economia circolare. 

Nel capitolo digitalizzazione e innovazione, 10,1 miliardi andrebbero alla modernizzazione della Pubblica amministrazione, che passa per il consolidamento del modello “cloud”, la spinta all’ulteriore digitalizzazione dei servizi per i cittadini e il contrasto alle minacce sul fronte della cybersicurezza. A questa componente sono destinati 10,1 miliardi. Dote quasi tripla per il capitolo che guarda invece alle imprese, sui versanti dell’innovazione e dell’internazionalizzazione. Obiettivo è favorire la transizione digitale in particolare delle piccole e medie imprese. In parte il governo punta a riprendere e potenziare programmi già esistenti: dunque ci sarà il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali finalizzati alla transizione (sostituisce ammortamento e super-ammortamento) e la Nuova Sabatini per l’aggiornamento dei macchinari. C’è poi la spinta ai brevetti tramite il Patent Box e piani settoriali più specifici, dall’agricoltura all’editoria. Sarà completato il progetto Banda ultra larga e verranno rafforzati anche gli incentivi all’internazionalizzazione. Una terza componente specifica guarda a cultura e turismo, settori tra i più colpiti dalla crisi pandemica. 

Al di fuori di green e digitale, la voce più sostanziosa è quella delle infrastrutture e della mobilità sostenibile. Su 27,7 miliardi, 23,6 andranno all’alta velocità ferroviaria ed alla manutenzione stradale. In entrambi i casi si riprendono molti progetti già in parte definiti, tra cui quelli che riguardano le ferrovie del Sud. Proprio allo scopo di colmare il gap con il Nord. 

Sul fronte della manutenzione, la messa in sicurezza di strade viadotti e ponti è strettamente connessa al monitoraggio digitale attraverso un sistema di sensoristica avanzata.
 

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Il Mattino