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ANKARA - Quarantotto ore di tregua forzata e qualche segnale di “decompressione”. La tragedia della Marmolada non ha solo inevitabilmente mandato in secondo piano la querelle politica pentastellata che da giorni ambisce a tenere sotto scacco l’esecutivo, ma ha anche creato le condizioni per un allentamento della tensione all’interno del Parlamento e, a livello personale, tra il premier Mario Draghi e il leader grillino Giuseppe Conte. I due si erano infatti dati appuntamento alle 16 di ieri, con tanto di Consiglio nazionale M5S convocato ad hoc poche ore prima. L’entità della tragedia che ha travolto le Dolomiti ha però fatto perdere importanza al vertice. Il premier non poteva non raggiungere Canizei.
E allora ecco la necessità di ristabilire un contatto tra i due. Prima per avvisare di un qualche possibile ritardo e poi, con Draghi impegnato anche in un atterraggio in elicottero deviato a causa del maltempo, per spostare di 48 ore l’appuntamento. Segnali che responsabilmente Conte ha colto, limando un po’ l’acredine creatasi dopo le accuse di un presunto tentativo di defenestrazione da M5S mosse all’ex numero uno della Bce. Tutto rimandato a mercoledì pomeriggio (assemblea grillina compresa), quando non solo Draghi avrà terminato la sua visita sulla Marmolada ma sarà anche rientrato dal suo viaggio ad Ankara di oggi per un bilaterale con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Decisione, quella di posticipare il faccia a faccia, che ha anche un risvolto piuttosto imprevedibile a livello politico. Lo slittamento disinnesca in parte la strategia di un climax recriminatorio studiato dai grillini. Quando domani Conte siederà davanti a Draghi infatti, sarà già stato archiviato il voto sui poteri speciali al sindaco di Roma per la realizzazione del termovalorizzatore.
Intanto oggi il premier volerà ad Ankara per partecipare - a più di dieci anni dall’ultima volta - al terzo vertice intergovernativo italo-turco. Summit destinato a riavvicinare i due Paesi, già finiti a lavorare fianco a fianco sul conflitto ucraino. Oltre a Draghi, saranno presenti anche i Ministri Di Maio, Guerini, Lamorgese, Giorgetti e Cingolani, impegnati in incontri bilaterali nei rispettivi settori. Durante il vertice verranno quindi siglati diversi accordi e protocolli d’intesa. Dal sostegno alle piccole e medie imprese per favorire l’interscambio (nel 2021 già a 19,4 miliardi di euro) al reciproco riconoscimento delle patenti, fino alla cooperazione in materia di affari esteri e difesa. Gli occhi sono puntati sul progetto franco-italiano di difesa missilistica Samp-t, per cui una partnership è già stata interrotta dopo gli attacchi turchi in Siria. Ovviamente però il focus sarà sul tentativo di «coordinare gli sforzi sulle conseguenze del conflitto in Ucraina». Draghi, come ha tentato di fare fin dall’inizio, cercherà di accelerare ancora la strategia per liberare il grano ucraino bloccato nei porti minati di Kiev.
Sul tavolo anche i duplici interessi sulla crisi in Libia e sulla gestione della questione migratoria. Infine, a riconoscimento del ruolo politico di primo piano recitato da Erdogan, l’Italia - da sempre si è fatta portavoce delle istanze turche a Bruxelles - tenterà di rinsaldare anche i rapporti tra Ankara e la Ue, specie dal punto di vista del riconoscimento dei diritti umani.
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