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Slittano i controlli sui beneficiari del reddito di cittadinanza con alle spalle reati incompatibili con l’erogazione del sussidio, tra cui associazione di stampo mafioso e prostituzione minorile. Le banche dati di Inps e ministero della Giustizia ancora non si parlano: doveva arrivare entro la fine di marzo una convenzione ad hoc per agevolare i controlli, ma dell’intesa ancora non vi è traccia.
Reddito di cittadinanza, le tappe
È stato il governo Draghi, con l’ultima legge di Bilancio, a introdurre una stretta sulle verifiche anti-furbettti, nel tentativo di rimettere in carreggiata la prestazione di sostegno al reddito voluta dai Cinquestelle. Obiettivo: mettere le banche dati di Inps e ministero della Giustizia in condizione di “parlare” tra loro, per individuare all’istante i percettori del sussidio condannati con sentenza passata in giudicato da meno di dieci anni per i reati incompatibili con il beneficio. La convenzione tra Inps, ministero della Giustizia e ministero del Lavoro doveva arrivare già due mesi fa: la legge di Bilancio aveva concesso tre mesi di tempo per avviare le verifiche a tappeto. Per adesso però tutto tace. Dall’Inps fanno sapere che, grazie alla convenzione stipulata con l’Aci nei mesi scorsi, i controlli nei garage dei beneficiari, tesi a scovare i furbetti con la supercar parcheggiata sotto casa, hanno già dato i loro frutti.
La platea
A febbraio il beneficio ha raggiunto 1,1 milioni di famiglie, con 2,44 milioni di persone coinvolte e un importo medio erogato a livello nazionale di 583 euro euro, ossia 609 euro per il reddito di cittadinanza e 311 euro per la pensione di cittadinanza. L’importo medio varia sensibilmente in base al numero dei componenti del nucleo familiare: va da un minimo di 473 euro per i nuclei costituiti da una sola persona a un massimo di 763 euro per le famiglie con cinque componenti. La platea dei percettori di reddito di cittadinanza e di pensione di cittadinanza è composta da 2,16 milioni di cittadini italiani, a cui si aggiungono circa 300mila beneficiari Ue ed extra comunitari. Oltre 417mila beneficiari si trovano al Nord, 322mila nelle regioni del Centro e quasi 1,75 milioni al Sud e nelle isole. Le revoche nei primi mesi del 2022 hanno riguardato circa 11mila nuclei e le decadenze sono state quasi 116mila. Nel frattempo, le forze dell’ordine hanno scoperto una mega truffa che, tra gennaio del 2021 e febbraio di quest’anno, è costata allo Stato più di 5 milioni di euro, indebitamente percepiti da furbetti del reddito di cittadinanza. Dall’indagine è emerso che c’era chi aveva omesso di dichiarare di essere proprietario di beni immobili per i quali percepiva reddito, chi aveva dichiarato il falso circa la composizione del proprio nucleo familiare e relativo reddito, chi aveva dichiarato un falso luogo di residenza e chi aveva omesso di dichiarare misure di prevenzione o cautelari a proprio carico o di familiari. Nel Lazio, su 2.504 persone controllate, ne sono state denunciate 543: qui i furbetti del reddito di cittadinanza hanno sottratto più di 3 milioni di euro.
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Il Mattino