Reddito di cittadinanza, pusher romano arrestato: comprava la droga grazie al sussidio

Reddito di cittadinanza, pusher romano arrestato: comprava la droga grazie al sussidio
ROMA - A dare l’allarme sono stati i cani antidroga in servizio a Rebibbia. Non appena si è avvicinato agli sportelli dei colloqui hanno cominciato ad abbaiare e ad...

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ROMA - A dare l’allarme sono stati i cani antidroga in servizio a Rebibbia. Non appena si è avvicinato agli sportelli dei colloqui hanno cominciato ad abbaiare e ad annusarlo. Sono scattate le manette, l’altra mattina, per un quarantenne “innamorato” che aveva pensato di regalare alla fidanzata detenuta - «grazie ai soldi del reddito di cittadinanza», come ha chiarito poi - hashish da confezionare in cella. Lo stupefacente, sufficiente per 22 dosi, era ben nascosto negli slip, pronto per essere consegnato al momento dei saluti. «Era il suo compleanno», pare abbia confidato agli agenti della penitenziaria appena fermato. Il piano, però, è saltato, e l’uomo, Gino B., di Tor Sapienza, per un soffio non ha rischiato di finirci pure lui in galera.


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L’arresto è stato convalidato e ora su disposizione del giudice il pusher per amore dovrà firmare ogni giorno nella stazione dei carabinieri sotto casa e non uscire dalla sua abitazione la notte. Ma la sorpresa è arrivata quando il giudice gli ha domandato con quali soldi avesse acquistato la droga. «Ho sbagliato - ha ammesso davanti alla corte - volevo farle una sorpresa». E poi la spiegazione della provenienza del denaro usato per rifornirsi di hashish: «Vivo con le 300 euro della pensione di invalidità e da un mese anche con i 1.000 del reddito di cittadinanza. Vivo con la mamma e una sorella disoccupata in un alloggio del Comune spendendo 100 euro d’affitto». «Erano anni che non facevo stupidaggini», si è scusato, «in passato per colpa dell’alcol e un po’ per la droga sono finito in carcere. L’ultimo errore però risale a più di dieci anni fa». «L’arresto non dovrebbe essere convalidato», ha provato a battersi il difensore, l’avvocato Katia Nobiletti, «non c’era volontà di spacciare. Ha superato anche gli altri vagli dall’ingresso». Il pm Laura Condemi, invece, aveva chiesto il carcere.

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Di recente anche una casalinga di trent’anni, incensurata, ha tentato di introdurre droga a Rebibbia. Al contrario lei voleva rifocillare il compagno detenuto con dell’hashish ben celato in una pentola colma di sugo con lo spezzatino di manzo. All’interno sono stati rintracciati dieci involucri con cinque grammi di hashish ciascuno, 51 grammi in tutto, che una volta sminuzzati avrebbero fornito spinelli per l’intero braccio. Secondo i calcoli degli investigatori circa centocinquanta. «Ma suo marito è tossicodipendente?», aveva chiesto il giudice. «Non proprio. Fuma hashish e qualche volta assume cocaina», aveva precisato lei, «e in carcere sta seguendo un programma di disintossicazione» .
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Il Mattino