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MILANO - Escono con i volti pallidi. Come mai? Hanno dormito in una delle scuole dove si è votato. La Galvani a due passi dalla stazione. Raccontano due scrutatori con la voce impastata di sonno non fatto: "Abbiamo chiuso alle 23 le, operazioni di voti, poi abbiamo aspettato i messi comunali per consegnare loro le chiavette Usb e quelli non arrivavano. Poi abbiamo dovuto aspettare l'ordine di scioglimento delle righe, cioè il tutti a nanna, da parte dell'ufficio elettorale di Milano, e alle tre e mezzo del mattino ancora non era arrivato".
Quindi? "Ci siamo messi a dormire a terra, e ora torniamo a casa almeno per la prima colazione. A proposito, non è che ci offre un caffè?". Le meraviglie del voto elettronico all'italiana sono anche queste qui. Ed è difficile che rivedremo i tablet e la voting machine - che hanno reso biblici o sudisti i tempi dello spoglio referendario - alle prossime elezioni politiche nazionali. A meno che i seggi non vengano dotati anche di sacchi a pelo oltre che di i-pad. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino