Referendum, in Lombardia la protesta degli scrutatori contro il voto elettronico: «Siamo bloccati nelle scuole»

Referendum, in Lombardia la protesta degli scrutatori contro il voto elettronico: «Siamo bloccati nelle scuole»
«Siamo bloccati all'interno delle scuole», «siamo qui a caso»: è questa la protesta di diversi scrutatori che oggi hanno lavorato nei seggi...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Siamo bloccati all'interno delle scuole», «siamo qui a caso»: è questa la protesta di diversi scrutatori che oggi hanno lavorato nei seggi della Lombardia dove si è usato il voto elettronico per il referendum sull'autonomia. Dopo la fine di tutte le operazioni, infatti, devono attendere di ricevere la conferma che la lettura delle penne usb, che contengono i dati di voto dei singoli tablet, è andata a buon fine. In caso contrario, infatti, i digital assistants devono ricavarli direttamente dalle memorie interne delle voting machine. «Non possiamo uscire e si prospetta che dovremo restare qui fino alle quattro o cinque del mattino» hanno spiegato da una scuola nella zona di Turro a Milano, convinti che «con il vecchio sistema in mezz'ora ce la saremmo cavata». A due ore e mezza dalla chiusura delle urne, i presidente e gli scrutatori sono bloccati all'interno delle sezioni «senza fare nulla», protestano. In una scuola di San Siro a Milano, i presidenti stanno minacciando di andarsene chiudendo i verbali con gli agenti della polizia locale che prospettano loro una denuncia se chiuderanno senza autorizzazione.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino