Affluenza sotto la soglia minima, con esiti assai diversificati nelle diverse regioni: può essere sintetizzato così il voto degli italiani per il quesito...
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Regione leader nella messa a punto del referendum è la BASILICATA, che al 90% degli 8 mila comuni scrutinati ha raggiunto il 50,4% di votanti. Tra le altre regioni che hanno promosso seguono il VENETO, con il 37,77%, la PUGLIA (42,11%), la LIGURIA (31,17%), le MARCHE (33,02%), il MOLISE (30,33%), la SARDEGNA (31,36%), la CALABRIA (26,51%) e la CAMPANIA (26,02%). Quindi, la percentuale dell'affluenza non si è avvicinata ai desideri dei consigli regionali impegnati in prima fila sul quesito referendario.
Non hanno fatto di meglio, com'era prevedibile, le altre regioni. Riepilogando, dal dato complessivo si evidenzia che il PIEMONTE alle 23, a scrutinio quasi completato, ha archiviato un'affluenza del 31,28, quindi superiore alla media complessiva, con una punta del 35,12% a Torino. Oltre il dato nazionale anche la VALLE D'AOSTA, con il 34,02%, come la LOMBARDIA, con il 30,5% (e un picco massimo del 31,6 di Mantova).
Sotto la media il TRENTINO ALTO ADIGE, con 23,8%, diversamente da quanto fatto dal VENETO, che ha raggiunto il 38% (41,4% a Padova), dal FRIULI-VENEZIA GIULIA (32%, con il dato più alto a Gorizia, che ha registrato un'affluenza del 36,5%). Oltre la media delle 19 anche la LIGURIA (31,2%, con un picco a Savona, 33,2%) e l'EMILIA ROMAGNA (34,2%, con Modena al 37,2%).
Affluenza inferiore alla media nazionale in Toscana, che ha archiviato il 31% (Livorno svetta con il 34%), allo stesso modo dell'Umbria (28,5%, con Perugia al 28,6%).
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Il Mattino