La regione vulcanica dell'Eifel nella Germania occidentale mostra che 13.000 anni dopo la sua ultima eruzione si è risvegliata, secondo un articolo pubblicato dal...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un gruppo di geologi americani ha rilevato delle prove geodetiche a supporto di questa tesi. In particolare, ha rivelato che il terreno è aumentato di circa un millimetro ogni anno.
Tale dato sebra essere notevolmente superiore alla media registrata durante il periodo noto come tardo quaternario, iniziato quasi 1,3 milioni di anni fa. In effetti, gli esperti affermano che nessun'altra area nell'Europa nord-occidentale abbia subito un movimento verticale della terra con pari tassi di deformazione.
LEGGI ANCHE Il vulcano Sangay sommerge di cenere alcune città dell'Ecuador: la più lontana è a 175 chilometri
Allo stesso modo, gli esperti spiegano nel dettaglio che questo fenomeno è dovuto, secondo loro, a una crescente colonna del mantello del sottosuolo. Gli scienziati ritengono che il pennacchio del mantello sia probabilmente ancora presente, ma non sanno se sia ancora attivo. «L'area dell'Eifel è l'unica regione coperta dallo studio in cui il movimento del suolo appare significativamente maggiore del previsto», ha spiegato Croné Kreemer, professore presso l'Università del Nevada e autore principale dello studio. «Sembra chiaro che qualcosa si sta preparando sotto il cuore dell'Europa nordoccidentale», ha riferito.
L'indagine conclude che potrebbe esserci non solo un aumento del rischio vulcanico, ma anche una minaccia sismica a lungo termine. Tuttavia, Kreemer ha chiarito che «ciò non significa che un'esplosione o un terremoto siano imminenti» e ha affermato che continueranno a monitorare l'area per comprendere meglio i possibili rischi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino