«Stasera alle 19 sarò al Quirinale per formalizzare le dimissioni da Presidente del Consiglio dei Ministri». «Cosa accadrà? Toccherà ai...
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«Troveremo un modo per non disperdere la bellezza di quello che avete fatto. Di quello che siete. Ci sono milioni e milioni di italiani che credono a un altro modello di politica. Li abbiamo visti alle Europee, li abbiamo visti al Referendum, li vedremo anche in futuro. Ora però un passo alla volta e soprattutto: si può perdere un referendum, ma non il buonumore, mai! È già tempo di rimettersi in cammino». Lo scrive Matteo Renzi nella sua Enews. «Gli oltre 13 mln di voti raccolti sono stati insufficienti a farci vincere», osserva. «Non sono io a decidere ma devono essere i partiti - tutti i partiti - ad assumersi le proprie responsabilità. Il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento».
Decisiva è la direzione del Pd. Al Nazareno va in scena la resa dei conti interna dopo l'annuncio di dimissioni di Renzi. I Dem devonoo decidere cosa dire nelle consultazioni al capo dello Stato e il presidente del Consiglio, dopo la conferenza stampa della notte del No a Palazzo Chigi, è chiamato a far sapere le sue intenzioni sul futuro. Ad agitare il confronto interno l'intervista a Repubblica dell'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che si dice «pronto a unire la sinistra fuori dal Pd» e invita Renzi a dialogare per un'alleanza che lasci fuori gli ex del centrodestra, Alfano e Verdini. «Lo ripeto, c'è vita a sinistra, nel Partito Democratico e fuori dal Partito Democratico. E c'è un campo largo e civico da coltivare. Le parole e l'impegno importanti di Giuliano Pisapia sono preziosi anche per chi, come me, nel Pd crede nei "ponti" e in un nuovo centrosinistra da ricostruire». A intervenire la deputata del Pd Barbara Pollastrini, coordinatrice nazionale dell'area cuperliana. «Siamo al giorno dopo il referendum e rimango convinta che una nuova sinistra non potesse essere racchiusa nel perimetro del Sì come in quello No. È il momento dell'incontro, del coraggio di idee radicali e di una larghissima partecipazione. Per quanto riguarda il mio partito questo vuol dire fare un congresso in tempi rapidi».
Restano, però, i dubbi sui tempi del voto. «Non posso dire niente anche perché non l'ho capita. L'ho trovata tecnicamente incomprensibile», dice il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, avvicinato a Palazzo Madama, in merito alla proposta di un ricorso immediato ad elezioni anticipate. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino