«Grande discussione, in Senato e nel Paese, sul tema delle unioni civili. Mi sembra di poter evidenziare che due punti chiave sono ampiamente condivisi. E ne sono...
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«Rimangono aperti altri punti su cui si confronterà il Parlamento. Ho giurato sulla Costituzione e alla Costituzione ho il dovere di rispondere. La politica che mette la testa sotto la sabbia, come lo struzzo, non è una politica seria. Abbiamo mantenuto l'impegno di arrivare qui, a decidere dopo che per anni si è parlato di questi temi solo per avere due voti in più in campagna elettorale. Anche questo è il segno che qualcosa, in Italia, sta cambiando», continua.
«Rimangono aperti alcuni punti» della legge sulle unioni civili «su cui si confronterà il Parlamento, a partire dalla stepchild adoption: la ratio non è consentire il via libera alle adozioni ma garantire la continuità affettiva del minore. Non è il punto principale di questa legge» ma «credo giusto che il Parlamento si pronunci anche su questo», ha detto ancora il premier. «È giusto - sottolinea - che su questi temi si voti, dopo anni in cui si è fatto melina. Perchè la politica che finge di non vedere la realtà, non è seria».
«La stragrande maggioranza degli italiani - pare di capire anche in Parlamento - condanna con forza pratiche come l'utero in affitto che rendono una donna oggetto di mercimonio: pensare che si possa comprare o vendere considerando la maternità o la paternità un diritto da soddisfare pagando mi sembra ingiusto. In Italia tutto ciò è vietato, ma altrove è consentito: rilanciare questa sfida culturale è una battaglia politica che non solo le donne hanno il dovere di fare», aggiunge Renzi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino