Nonostante la febbre, Sergio Costa segue da vicino la crisi dei rifiuti romani. Crisi che stavolta si mostra contemporaneamente su più fronti. Quello, molto concreto, dei...
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Anche Costa è preoccupato. E così, appena saputo della crisi nella giunta della Capitale, ha preso il telefono e ha parlato sia con Raggi che con Montanari. Per capire, su entrambi i lati della contesa, quali fossero i risvolti dello strappo, le conseguenze su un servizio già allo stremo. A Raggi Costa ha confermato fiducia, «vai avanti», è il messaggio in estrema sintesi, «ma risolvi la situazione il prima possibile». Anche perché i sindacati minacciano uno sciopero entro fine mese, la raccolta rischia il colpo del kappaò.
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IL TOTO-NOMI
La sindaca di Roma sta tentando di ricomporre il puzzle, ma vuole evitare mosse azzardate. Metteva in conto, Raggi, l’addio di Montanari, ma non subito, credeva di gestirlo nell’arco di un paio di mesi. Invece le dimissioni dell’assessora hanno cambiato i programmi. Ma la prima cittadina, dicono i fedelissimi, «farà con calma». Sta vagliando candidature e curricula - in Campidoglio circolano due nomi, tra tanti: quello di Mario Tozzi, geologo e conduttore tv, e di Rossano Ercolini, coordinatore del centro di ricerca “Rifiuti Zero” - ma per ora Raggi ha deciso di prendere le deleghe sui Rifiuti e sul Verde pubblico, ad interim.
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CAMBIO ALL’AMA
È anche un segnale lanciato alla maggioranza: «Ora l’Ambiente lo gestisco io». E varrà, il messaggio, anche per chi si accomoderà sulla poltrona di assessore appena rimasta libera. Raggi vuole un profilo più politico che tecnico, vicino al mondo 5 stelle, che segua le sue direttive. La sindaca è sempre più convinta che serva il «pugno duro», «chi non si allinea è fuori». Stoccata ripetuta davanti a diversi assessori, nelle ultime ore. Le poltrone che traballano, nell’esecutivo romano, sono più d’una. Raggi dopo l’assoluzione per l’affaire Marra ha promesso una «fase due». Altri cambi sono in arrivo, dunque, e diverse caselle sono indiziate di avvicendamenti, dai Lavori pubblici - l’ufficio che dovrebbe mettere riparo alle sempiterne buche - alla Semplificazione.
COME L’ATAC
«La crisi dell’Ama ricalca ormai quella dell’Atac», dicono a Palazzo Senatorio. Raggi, per la municipalizzata dei trasporti a un passo dal default, fece fuori in un’estate, quella del 2017, l’assessore al Bilancio e il vecchio presidente, cambiando tutto pur di scongiurare la bancarotta. Missione poi riuscita. Anche l’ad di Ama, Lorenzo Bagnacani, vicino a Montanari, ormai è dato a un passo dall’addio. Forse già lunedì, quando è stato convocato un Cda dopo la stroncatura del bilancio.
Dopo avere sentito Raggi, il ministro Costa dovrebbe convocare a breve il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, per fare il punto sul piano Rifiuti e capire di quali inceneritori e discariche la Capitale potrebbe avere bisogno. Ma prima va risolta la crisi della giunta capitolina. «Guardo con rispetto a quello che avviene in Campidoglio ma non posso che essere preoccupato. Speriamo si risolva presto», ha commentato ieri Zingaretti.
La querelle è anche politica, con l’opposizione che ovviamente da 48 ore attacca la sindaca per l’ennesima defezione. «L’assessora Montanari è il ventitreesimo volto dimesso o cacciato da Raggi», è la stoccata del deputato dem Roberto Giachetti, sfidante della Raggi alle scorse comunali di Roma. «Le dimissioni di Montanari sono l’epilogo della gestione dei rifiuti inadeguata e fallimentare della giunta Raggi», dichiara Maria Spena di Forza Italia.
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Il Mattino