Riforma fiscale, tegola per Trump: primo «No» dai Repubblicani

Riforma fiscale, tegola per Trump: primo «No» dai Repubblicani
NEW YORK - Non ci sono soltanto i democratici a sbarrare la strada a Donald Trump: il senatore repubblicano per lo stato del Wisconsin, Ron Johnson, ha annunciato attraverso una...

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NEW YORK - Non ci sono soltanto i democratici a sbarrare la strada a Donald Trump: il senatore repubblicano per lo stato del Wisconsin, Ron Johnson, ha annunciato attraverso una dichiarazione formale che non ha nessuna intenzione di sostenere la riforma fiscale alla quale sta lavorando il suo partito.


Non c’è pace, insomma, per il tycoon.

Di ritorno dal lungo viaggio in Asia, durante il quale non sono mancate difficoltà e polemiche legate alla politica estera, è con quella interna che il presidente deve tornare a fare i conti.

«Se sono in grado di approvarla senza di me, che lo facciano pure», ha affermato con fare spigoloso Johnson nel corso di un’intervista rilasciata al Wall Street Journal. E ha aggiunto, senza mezzi termini: «Non voterò questo nuovo pacchetto fiscale, non così com’è adesso».


(Il senatore per lo stato del Wisconsin Ron Johnson. Suo il primo "No" repubblicano alla riforma fiscale)

Una presa di posizione importante per due ragioni fondamentali.

La prima è da ricercarsi nel fatto che le critiche mosse da Johnson coincidano in buona sostanza con quelle dei rivali democratici: «La proposta in entrambe le Camere appare sbilanciata a favore delle grandi corporazioni».

La seconda, ancor più rilevante, riguarda il potenziale “effetto domino” che il passo indietro del senatore del Wisconsin potrebbe generare tra le sue fila.

I contrasti intestini tra il partito repubblicano e il “suo” presidente non sono di certo una novità dell’ultima ora. E le virgolette sono d’obbligo, considerato che Trump ha vinto le elezioni dello scorso anno non soltanto contro l’ala di sinistra della politica americana, ma anche, per l’appunto, contro quella di una destra più tipica.

Il suo ruolo di outsider da un lato ha facilitato la sua corsa alla Casa Bianca, costruita sulle macerie di una stanchezza popolare diffusa maturata nei confronti della classe politica più tradizionale. Dall’altro, però, con quella stessa classe politica l’ex imprenditore e star dei reality show a stelle e strisce ci si deve in qualche modo relazionare e confrontare.

Ed è proprio nell’orbita di questo tormentato rapporto che emergono di colpo tutti i limiti dell’attuale presidenza, per il momento evidentemente a corto di risultati.


Se è vero, infine, che in seno al suo elettorato il sostegno è rimasto in buona sostanza immutato, è tuttavia altrettanto vero che proprio all’approvazione di una corposa riduzione delle tasse è legata la credibilità e l’intera reputazione di un presidente che non può più permettersi il lusso di mostrarsi al suo pubblico così, a mani vuote. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino