Pescara. Sebastiano Di Carlo e la moglie Nadia Acconciamessa, papà e mamma di Edoardo, non ce l’hanno fatta. Il decesso della donna ha trovato conferma nel pomeriggio...
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Edoardo è il solo dono che il destino ha riservato alla famiglia Di Carlo. Il piccolo sorride e gioca in ospedale perché percepisce l’affetto e il calore dei familiari. Ha capito, ovvero lo sa da sempre, che non resterà mai solo, così come non lo saranno i suoi fratelli Piergiovanni e Riccardo di 19 e 17 anni. C’è una fortissima e ampia rete in casa pronta a sostenerli tutti, «hanno due zie per parte di madre e altre due per parte del padre - dice zia Laila -. Mio fratello lascia tre figli maschi, io e mio marito Riccardo abbiamo tre figlie femmine, dunque il calore e l’appoggio della famiglia per loro è assicurato».
Ma prima di pensare al futuro dei ragazzi, la famiglia Di Carlo adesso vuole andare fino in fondo per stabilire cosa abbia determinato questa sciagura e di chi siano le eventuali responsabilità, «del prima e del dopo» spiegano, perché bisogna comprendere cosa non ha funzionato nella prevenzione e cosa nei soccorsi. Non ultimo va spiegato il cortocircuito nel sistema di informazioni gestito dalla prefettura che ha generato illusioni in chi sperava di poter riabbracciare i parenti dispersi e che non li ha più visti tornare vivi.
«Un pensiero che non tormenta soltanto la nostra famiglia ma tutti i parenti dei dispersi, basta salire ad incontrarli nella sala che li ospita al primo piano dell’ospedale per capire che anche tra loro non si parla d’altro: tutti noi colpiti da questa tragedia chiediamo verità e giustizia perché non si può morire così» ha commentato con pacatezza ma anche con determinazione Riccardo Ciferni, cognato degli scomparsi Sebastiano e Nadia Di Carlo.
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