Il piccolo Samuel, 7 anni, in quei giorni diventò un simbolo. Il simbolo dell’Hotel Rigopiano e di come i soccorsi eroici di quegli angeli che scavarono per salvare...
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Samuel quel giorno commosse tutti. Il Comune di Osimo lanciò una sottoscrizione e una raccolta fondi per questo bambino, rimasto orfano: in pochi giorni e settimane arrivarono 140mila euro. Soldi che non sono ancora arrivati a destinazione, perché il bambino aspetta di avere un tutore definitivo a cui poterli affidare: Samuel infatti era stato affidato prima ai servizi sociali, poi allo zio (fratello del papà) come tutore provvisorio.
E qui viene fuori l’assurdità: il Tribunale non ha ancora nominato il tutore definitivo, quei soldi sono ‘congelati’ fermi nelle casse del Comune. E qualcuno dei “benefattori” che aveva versato quei soldi per aiutare questo bambino, li ha richiesti indietro, trasformando quella storia da commovente a delirante.
UN FUTURO PER SAMUEL
La raccolta fondi risale a un anno e mezzo fa: dopo la morte di 27 persone al Rigopiano, la storia di Samuel, figlio di Dino Di Michelangelo e Marina Serarlocco, poliziotto lui commerciante lei, aveva commosso la città. A chiedere indietro i soldi è stata una donna, che aveva versato 360 euro: via mail, racconta il Corriere Adriatico, ha compilato un modulo fornito dalla ragioneria comunale per ricevere il bonifico.
«Immagino che chi ha richiesto indietro i soldi lo abbia fatto per rabbia», dice la consigliera comunale Maria Grazia Mariani, del gruppo misto, che punta il dito sul ritardo nell’erogare i soldi e scegliere il tutor: oltre allo zio paterno di Samuel, che ora ha 8 anni, anche lo zio materno infatti ha chiesto al tribunale di avere l’affidamento. Si spera che la decisione arrivi presto in modo da far arrivare questi soldi a chi dovrà occuparsi di questo bimbo, vittima inconsapevole dei ritardi della burocrazia e contemporaneamente dell’egoismo di chi fa beneficenza a giorni alterni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino