Boom di domande per riscattare con lo sconto gli anni passati all'università. Il sistema low cost entrato in vigore ormai quasi un anno fa che consente di utilizzare...
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Per accedere al nuovo sistema light, introdotto lo scorso anno dal precedente governo giallo-verde con lo stesso provvedimento con cui sono stati definiti quota 100 e reddito di cittadinanza, era inizialmente necessario non aver versato contributi prima del 1996. Con una circolare pubblicata nei giorni scorsi, l'Inps ha però chiarito che non ci sono barriere temporali a patto di farsi calcolare tutta la pensione con il metodo contributivo. Con il nuovo sistema agevolato - al momento sperimentale e limitata al triennio 2019-21 ma che si immagina venga stabilizzato definitivamente - si possono riscattare fino a 5 anni. I periodi da recuperare per la pensione dovranno comunque essere precedenti al 29 gennaio 2019. È necessario inoltre essere iscritti a una delle gestioni dell'assicurazione generale obbligatoria. Sono escluse invece le casse private.
La cifra da pagare per il riscatto light è fissata per quest'anno a 5.265 euro circa. Una quota che si riduce poi ulteriormente per effetto delle detrazioni. Per avere un confronto bisogna tenere presente che con il sistema ordinario, con un reddito annuo lordo di 32mila euro, per recuperare 12 mesi di studio per la pensione si spendono circa 10.600 euro, escluso sempre il vantaggio fiscale. Uno sconto quindi molto significativo. L'istituto di previdenza ha stabilito ora che il riscatto agevolato si può fare anche per periodi di studio precedenti il 1996 ma a patto di rinunciare al sistema di calcolo misto retributivo-contributivo a cui è soggetto chi ha iniziato a lavorare prima di quell'anno, quando è entrata in vigore la legge Dini. Lasciando il metodo misto, e facendosi calcolare tutta la pensione con il contributivo, l'assegno si riduce. Ma se gli anni di lavoro precedenti al 1996 sono pochi, la perdita può essere contenuta. E gli anni riscattati potrebbero consentire invece di anticipare l'uscita dal lavoro. Oggi infatti si può andare a riposo con la pensione ordinaria anticipata con 42 anni e 10 mesi di versamenti (uno in meno per le donne) indipendentemente dall'anno di nascita o con quota 100 (38 di contributi e 62 di età) o con Opzione donna (35).
Con la nuova interpretazione varata dall'Inps, da qualche giorno le maglie dunque si sono allargate e le richieste ora potrebbero crescere ancora. Come confermano i dati del network legale Consulcesi & Partners, che per esempio registra centinaia di richieste da parte dei medici per avviare la pratica di riscatto della laurea in Medicina e degli anni di specializzazione post universitaria. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino