«L'urgenza di attuare un percorso di governo delle risorse idriche per il passaggio dallo sfruttamento all'uso razionale e sostenibile delle acque», è...
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«Entrambi i fenomeni - sostiene Corbelli - sono strettamente legati al non sostenibile uso dell'acqua, alle perdite della rete di distribuzione, e al non adeguato e corretto sistema infrastrutturale su un territorio fragile». Nella nota si evidenziano poi «le principali criticità riscontrate dagli Osservatori per il monitoraggio delle risorse idriche e delle infrastrutture», tra cui «la riduzione delle portate sorgive sino al 50%; l'abbassamento del livello di falda sino a circa il 40%; la riduzione dei volumi d'invaso». Inoltre, è detto ancora, «su 14.339 beni culturali presenti nelle regioni del Distretto dell'Appennino meridionale (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Puglia), circa il 4% (490) sono esposti a rischio alluvioni; e su 2.100 chilometri di coste, circa 735 (35%) è soggetto a fenomeni erosivi». E ancora, «su 871 aree naturali protette e che fanno parte di 'Rete Natura 2000', il 52% sono esposte a rischio alluvioni». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino