Ristoranti e cinema, la movida è rimandata: solo 4 sale su quaranta ripartono con un film

Ristoranti e cinema, la movida è rimandata: solo 4 sale su quaranta ripartono con un film
«Siamo felici perché torniamo un po' a vivere». Ha appena ordinato uno spaghetto alle vongole, Andrea Cianci, seduto al tavolo di un ristorante...

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«Siamo felici perché torniamo un po' a vivere». Ha appena ordinato uno spaghetto alle vongole, Andrea Cianci, seduto al tavolo di un ristorante dell'Eur, nel quadrante sud della Capitale. Rigorosamente all'esterno, sia chiaro. Nel giorno in cui gran parte dell'Italia si risveglia dal torpore delle limitazioni, bar, ristoranti ma anche cinema e teatri tornano a servire clienti e ad ospitare il pubblico. A Roma i numeri ci sono ma vanno saputi leggere perché non sono da sold-out: «A riaprire è stato l'88% del comparto», spiega Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti e su una platea che supera le 12 mila attività tra ristoranti e bar è un buon segnale.


Favorite i locali che hanno disposto pedane e tavolini all'esterno: il 40% delle attività. Poi c'è chi è rimasto tagliato fuori - un bar su due e un ristorante su quattro - lavora ancora come in zona arancione, non avendo spazio e sterno e non potendo servire al bancone. Molti titolari, tuttavia, hanno ripreso il giusto ritmo, come conferma più di un cliente: «Non vedevo l'ora di fare colazione al bar» dice Sabrina Maini mentre gusta, seduta la tavolino di un bar di Testaccio, un cappuccino. 

Fino al tardo pomeriggio gli incassi di giornata «si attestano sui 5 milioni di euro», prosegue Pica che rappresenta il «30% in più rispetto a un lunedì in zona arancione - prosegue Sergio Paolantoni, numero uno della Fipe Confcommercio Roma - ma siamo ancora lontani dal trend per così dire di normalità». Fuori dalla pandemia il comparto della ristorazione romana «segna quasi 12 milioni di euro al giorno», analizzano le due associazioni del settore. In serata le piazze della movida, circondate da un ingente dispiegamento di forze dell'ordine, non si riempiono di romani pronti per l'aperitivo o la cena fuori. «Oggi è una sorta di test generale per le riaperture, ci aspettiamo molta più gente nel fine settimana», spiega un funzionario della polizia locale. Ed è una corretta previsione considerato il lunedì e il mancato spostamento dei romani dalle periferie. Sul fronte dello spettacolo, invece, i risultati sono molto più scoraggianti. Nella Capitale, i teatri privati - dal Sistina al Quirino - restano chiusi, mentre l'Auditorium Parco della Musica è tornato ad ospitare il pubblico con un concerto dell'Accademia di Santa Cecilia per i volontari della Croce Rosse e il Teatro dell'Opera di Roma alzerà il sipario domani. 

Aperture a singhiozzo però per i cinema: su 40 sale hanno riaperto solo il Quattro Fontane, il Nuovo Sacher di Nanni Moretti, il cinema Farnese a Campo de' Fiori e il Greenwich a Testaccio. «Una timida ripresa ci sarà solo nel fine settimana - spiega Leandro Pesci, numero uno dell'Anec Lazio - ma sarà graduale perché i cinema per riaprire hanno bisogno dei prodotti, ovvero dei film». E la distribuzione in questo momento scarseggia per nuovi titoli. Al Quattro Fontane «Dalle 15 - conclude Pesci - sono entrati un centinaio di spettatori (i titoli più gettonati sono Minari e Nomadland ndr), che non è un cattivo risultato ma di certo è inficiato dalla scarsità dell'offerta complessiva e dalle restanti sale ancora chiuse». Al Nuovo Sacher è Nanni Moretti a fare gli onori di casa aprendo il cancello e accogliendo i primi spettatori. Al cinema Farnese invece è stato presentato e proiettato The Rossellinis: «Una timida ripartenza, ma volevamo dare un segnale. Abbiamo comunque riempito la sala» ha commentato il titolare. Presente anche l'attore Alessandro Gassmann perché impegnato in un set a Campo de' Fiori: «È comunque un inizio - ha commentato - la riapertura delle sale romane».

 

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Il Mattino