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Antonella Mattei: dobbiamo avere giustizia
«Virgilio, che era più grande, ha abbracciato Stefano perché ha visto che non riusciva a camminare e non ce l'ha fatta. Virgilio ha preferito morire piuttosto che lasciare il fratello più piccolo. Dobbiamo piantare alberi, intitolare piazze… perché loro saranno morti quando non li ricorderemo più». Lo ha detto Antonella Mattei, alla cerimonia per il 50esimo anniversario dell'uccisione dei fratelli Stefano e Virgilio, nel rogo di Primavalle, rivolgendosi direttamente a Francesco Rocca, visibilmente commosso dal racconto. «La giustizia italiana non ci ha aiutato - ha sottolineato rivolgendosi al governatore -. È importate non avere più violenza ma va detto che i miei fratelli non sono come gli altri. Primavalle, Stefano e Virgilio, sono oltre un'idea politica. È stata una barbarie», ha tuonato la donna che, girandosi verso il ministro Sangiuliano, ha quindi ripetuto: «Bisogna avere giustizia».
Meloni: una delle pagine più buie
«Il 16 aprile di cinquant'anni fa l'Italia e Roma hanno vissuto una delle pagine più buie della storia nazionale». Così la premier Girogia Meloni in un messaggio inviato al presidente dell'Associazione Fratelli Mattei, Giampaolo Mattei, in occasione della cerimonia di commemorazione del 50/mo anniversario della strage di Primavalle. «Quello che possiamo fare oggi è tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l'Italia e il nostro popolo verso una piena e vera pacificazione nazionale», aggiunge. «Con il rogo di Primavalle - scrive la premier Meloni - e il barbaro assassinio di Stefano e Virgilio Mattei, il nostro popolo è stato costretto a prendere coscienza di una realtà che si andava affermando ma che in tanti continuavano a voler ignorare: l'odio cieco e totale nei confronti dell'avversario politico. Un odio allo stato puro che stava divorando la mente e il cuore di molti e che stava avvelenando la Nazione. L'atroce uccisione di due giovani innocenti di 10 e 22 anni, colpevoli di essere figli del segretario della locale sezione del Movimento Sociale Italiano, fece toccare alla violenza politica un punto di non ritorno.
Rampelli: non c'è stata giustizia, ora verità
«Forse per la prima volta tutte le situazioni pubbliche sono qui rappresentate. Dal Municipio al Comune, alla Camera al Senato, al Governo italiano. Credo si levi un unico grido di dolore: mai più. Mai più violenza, ma più linciaggi e discriminazione. E ci sia diritto a un confronto civile tra la destra e la sinistra è che ci sia soprattutto - e questo è il compito della generazione di sopravvissuti - la possibilità, visto che non c'è stata giustizia, di avere verità storica. Questo è il nostro compito per le malefatte di quegli anni». Lo ha detto il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, alla cerimonia per il 50esimo anniversario dell'uccisione dei fratelli Mattei, nel rogo di Primavalle.
Sangiuliano: uccisi dalla violenza comunista
«Stefano Mattei aveva otto anni, io ne avevo dieci, avremmo potuto essere compagni di giochi, io ho avuto una vita, a lui invece è stata strappata in modo così violento, non ha potuto vivere la sua vita per effetto di un atto di violenza comunista, diamo i contenuti e le parole che bisogna dare. Detto questo abbiamo il dovere di chiudere il Novecento con tutte le sue lacerazioni, dobbiamo arrivare ad una pacificazione nazionale ma conservando la memoria». Lo ha detto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, alla cerimonia per il 50esimo anniversario dell'uccisione dei fratelli Mattei, nel rogo di Primavalle.
Il Mattino